Non so se ci hai fatto caso ma è arrivata l’afa e con essa, puntuali come le tasse, le zanzare. Quelle piccole maledizioni volanti, inutili come lo speck nel deserto e fastidiose come i Testimoni di Geova di domenica mattina, portatrici di nevrosi anche al più zen dei Dalai Lama, quelle cose invisibili che farebbero bestemmiare anche il Papa in San Pietro. Specialmente di notte, mentre tenti di addormentarti.
Sai che ci sono, le avverti ma non sai dove. Ed inizia ad incrinarsi il tuo rapporto con la sanità mentale.
Allora perlustri la camera, ogni anfratto, golfo o pertugio. Niente. Quando rinunci, vedi la stronza che comodamene si muove da una parte all’altra del vano, in totale serenità. Le puoi addirittura visualizzare una sigaretta in bocca, talmente è rilassata. Te, no.
Allora provi ad irrorarti di repellente, di diserbante, di antizanzara, di antiruggine. Poi ti metti nel letto, le lenzuola ti si attaccano addosso e ti sembra di essere avvolto in un sudario, al quale aneli segretamente, sognando l’oblio. Mentre, puzzolente come Fukushima qui giorno lì, stai per prendere sonno, zzzzzzzzZZZZzzzzzZZZZZZZZzzzin, proprio accanto all’orecchio. IMPAZZISCI.
Qualunque cosa tu abbia a portata di mano, la sventoli. Libro, tablet, maglietta, ciabatta. Mai alcuna zanzara è morta durante questo atto sciocco, però serve per scacciare il serial killer che ormai si è impossessato di te. Almeno lui. La zanzara invece è sempre lì. Schianti gli oggetti al muro, accendi candele puzzolenti. Tutto inutile.
Dunque avvii la seconda fare: ripeti il mantra “la zanzara non esiste – la zanzara non esiste – la zanzara non esiste – la zanzara non esiste – la zanzara non esiste” mentre ti inabissi nelle lenzuola, ti copri pure la testa, nel vano tentativo che questo nascondiglio possa distrarre la vampira. L’unico suo scopo sembra essere invece che ora ti senti male, boccheggi, sudi come una mucca impacchettata nel domopak. Intanto, la zanzara ti ha punto lo stesso. Allora DIVENTI COMPLETAMENTE MATTO: accendi la luce, ti alzi di soprassalto (rischiando anche di rimanerci per lo sbalzo di pressione) e cacci la merdosa bestiola fino allo sfinimento, senza tregua, senza risultato.
Alla fine non hai più sonno, hai gli occhi cerchiati, i nervi che in confronto Sgarbi è serafico e niente, metti una serie tv sul computer, sperando che prima o poi il sonno giunga di nuovo. E sai dove trovi la zanzara? Esattamente sullo schermo illuminato del tuo ottimo pc/mac. Il sangue non affluisce più al tuo cervello che ormai è ripieno di formaggio a pasta molle e dai una di quelle manate allo schermo che non hai idea, uccidendo finalmente la schifosa, insieme al computer di cui sopra. Piangi e dopo qualche ora ti addormenti, dopo 5 minuti suona la sveglia ed eccoti qui, a leggere questa cosa e a maledire l’estate.