Per la serie “com’eravamo”
Questo post è dedicato a quelli che chiudono ogni discorso con un sospiro e un “tanto non cambia mai niente” o un “era meglio prima” (un pò come i dibattiti assurdi degli ultimi giorni sull’uscita dall’Euro)
Torniamo indietro nel tempo, andiamo a vedere com’era il “prima”. Guardate un po’ quali pubblicità si potevano trovare sfogliando riviste e giornali qualche decina di anni fa. Notate niente di strano? Pazzesche vero? Alcune sembrano così esagerate, così caricaturali, da sembrare uno scherzo (di cattivo gusto).
Come dire: “donna, essere inferiore sottomesso all’uomo, in cucina!”
O della nascita e della costruzione degli stereotipi di genere, come dicono quelli che hanno studiato.
Vecchie pubblicità che oggi per i contenuti razzisti, sessisti o banalmente su prodotti vietati (tabacco), farebbero gridare allo scandalo chiunque. Dalle associazioni dei consumatori alle prime pagine di quegli stessi giornali che invece, 50 anni fa, le pubblicavano allegramente.
Pubblicità regresso VS Pubblicità progresso.
FONTE | topito.com