In Italia c’è un grande tabù che persiste da decenni, quello della sessualità e della sua educazione. Lo si considera un argomento da trattare a bassa voce, specialmente quando lo si vuole affrontare con dei bambini. Meglio non parlarne, questo è il principio alla base, e intanto tutto ciò che riguarda il naturale sviluppo sessuale di giovani e di giovanissimi rimane nel silenzio, in balia di falsi miti e credenze, con tutte le conseguenze negative che un’educazione sessuale fatta superficialmente comporta, tra cui differenze di genere e una poca comprensione dell’importanza del consenso.
Per far fronte a questa situazione a Bologna è nata una tabooteca per educare alla sessualità. Si tratta di una speciale biblioteca dove imparare, scoprire, conoscere, condividere, perché con l’educazione e il gioco si possa arrivare a sfatare ogni tabù.
La prima tabooteca d’Italia
Non poteva che nascere a Bologna la prima tabooteca d’Italia, inaugurata dall’Associazione Orlando al centro di documentazione delle donne di Bologna, nato alla fine degli anni Settanta e ad oggi uno dei centri di documentazione più importanti nel panorama europeo. La tabooteca si collega agli obiettivi numero 4 e 5 dell’Agenda 2030, “Fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva” e “Parità di genere”, fondamentali per ottenere uno sviluppo sostenibile della nostra società. Si tratta di un progetto pensato e sviluppato con il contributo della Regione con l’obiettivo di supportare i percorsi educativi nell’ambito della sessualità.
Tra i temi toccati ci sono i grandi taboo della nostra società o argomenti di cui si parla sempre troppo poco: contraccezione, anatomia, affettività, orientamenti sessuali, identità di genere e persino menopausa e aborto.
L’obiettivo è parlarne attraverso il gioco per:
– conoscere il proprio corpo e imparare ad averne rispetto
– educare alla differenza e al consenso – sfatare miti, leggende, credenze e tutto ciò che ancora oggi si considera tabù quando si parla di sessualità.
Molti degli oggetti presenti nella tabooteca provengono dalla Francia, dove l’educazione su questi temi è da tempo materia di insegnamento a scuola.
Come una vera e propria biblioteca il prestito dura 14 giorni, è gratuito, ma è concesso a educatrici, formatrici, insegnanti e chiunque agisce in contesti sanitari, culturali, educativi e formativi, per la realizzazione di attività e progetti per l’educazione sessuale delle persone.
Nel catalogo sono presenti giochi e strumenti educativi rivolti a diverse fasce d’età.
Per le bambine dell’asilo, ad esempio, c’è Frida, un peluche di stoffa rosa e fucsia a forma di vulva. Il libro pop up “Vagina and periods” si rivolge invece alle bambine della materna, mentre per gli adolescenti la proposta è il gioco da tavola Taboo, ma in versione Sexexploration, con cui affrontare concetti sconosciuti o fraintesi sulla sessualità.
Perchè è importante fare educazione sessuale nelle scuole?
In molti paesi dell’Europa, tra cui la Svezia, la Danimarca e la Francia, l’educazione sessuale in classe si fa da molti anni, per la precisione dal 1955 nel caso della Svezia.
Fanno eccezione pochi Paesi tra cui l’Italia, dove il sesso e tutto ciò che lo riguarda è un tema tabù e come tale non viene portato nelle scuole attraverso un programma strutturato e ragionato, lasciando ai singoli insegnanti l’iniziativa di parlare dell’argomento.
In Italia dominano due convinzioni quando si parla di sesso:
1- Se ne parliamo poi i ragazzi potrebbero avere la malsana idea di farlo
2- È un tema intimo quindi meglio che se ne occupino i genitori.
Con tutto il bene che vogliamo ai nostri genitori, purtroppo non sono sempre all’altezza dell’importante compito: spesso evitano questi argomenti e rischiano di consolidare e rafforzare i falsi miti, trasmettere i pregiudizi e le false credenze.
Secondo le ricerche già a 11 anni si sente il bisogno di trovare risposte e lo si fa su siti pornografici oppure da racconti di amici che spesso sono falsi e inventati, raccogliendo così informazioni totalmente sbagliate e fuorvianti.
Questo tema viene raccontato benissimo nella serie britannica Sex Education, dove ragazzi adolescenti iniziano a vivere le loro prime esperienze sessuali, ma hanno bisogno di conoscere, di imparare, di qualcuno che li aiuti a risolvere problemi per acquisire maggiore sicurezza in se stessi, ma anche comprendere e rispettare le diversità delle altre persone e del proprio partner.
Non a caso l’Unesco definisce l’educazione sessuale come “un approccio, adeguato all’età e alla cultura, nell’insegnamento riguardante il sesso e le relazioni attraverso la trasmissione di informazioni scientificamente corrette, realistiche e non giudicanti.
L’educazione sessuale offre, per molti aspetti della sessualità, l’opportunità sia di esplorare i propri valori e atteggiamenti, sia di sviluppare le competenze decisionali, le competenze comunicative e le competenze necessarie per la riduzione dei rischi”.
Ed ecco quindi la risposta alla domanda “Perchè è importante fare educazione sessuale nelle scuole e sarebbe solo positivo avere a disposizione molte più tabooteche in Italia”:
1- Contribuisce alla crescita dei giovani costruendo relazioni equilibrate tra i generi
2- Educa alle differenze, alla parità di genere e al rispetto di tutti, a prescindere da quale sia l’identità sessuale
3- Aiuta a combattere la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili.
4- La fonte primaria di educazione sessuale è la pornografia: secondo la Polizia Postale il 99% dei giovani che cercano risposte relative al sesso su internet finiscono sui siti pornografici. Non che questo sia negativo, ma non può sostituirsi a un’educazione sessuale adeguata. Questo lo dimostrano alcuni studi che hanno trovato un collegamento tra il guardare la pornografia e il sesso non sicuro, la violenza sessuale e lo sviluppo di atteggiamenti e credenze sessuali errate.
5- La scarsa conoscenza del proprio corpo, dei meccanismi di riproduzione e la mancanza di programmi di educazione sessuale portano molti adolescenti ad avere rapporti non protetti, oltre al rischio di sviluppare malattie o di incappare in gravidanze indesiderate.
6- Contribuisce solo a migliorare il benessere dei giovani e delle giovani.
La morale è che in ogni caso, anche se non se ne parla, i giovani fanno sesso, parlano di sesso e cercano risposte relative al esso e quindi perchè non offrire tutti gli strumenti necessari per poterlo fare nel modo più sicuro e piacevole possibile? Perchè non incentiviamo l’apertura di altre tabooteche per educare alla sessualità i giovani e le giovani italiane? Perchè ancora nel 2023 non siamo riusciti a introdurre nelle scuole un vero programma di educazione sessuale? Vi lasciamo con queste domande, con la speranza che in un futuro non troppo lontano a ognuna di esse si potrà rispondere: “Lo stiamo facendo!”.