Tra poche ore scenderanno in campo Francia e Belgio, forse le due squadre che in questo Mondiale di Russia 2018 hanno saputo coniugare i risultati con il bel gioco (mentre di solito chi arriva in fondo alla competizione lo fa puntando sulla grinta, l’esperienza e, perché no, una buona dose di fortuna). Belgio e Francia no, sono due formazioni molto giovani (la Francia addirittura ha diversi giocatori della generazione ’98, ventenni nati esattamente quando i loro fratelli maggiori si laureavano Campioni del Mondo) che giocano in maniera spensierato, sembrando davvero di divertirsi sul rettangolo da gioco. Per anni un po’ bistrattate, specie il Belgio, queste due Nazionali stasera, ne siamo sicuri, daranno vita alla partita dell’anno. E qui sotto vi spieghiamo il perché.
Questa è l’Europa che vogliamo: Congo, Marocco, Mali, Guinea, Camerun, Portogallo, Spagna, Martinica e Algeria. Queste le provenienze di molte famiglie dei giocatori che stasera saranno in campo: una specie di interrail del pallone
Se prendete il probabile undici della Francia e il probabile undici del Belgio vi renderete conto immediatamente di una cosa. Da un lato Mbappe e Pogba, dall’altro Lukaku e Fellaini solo per citare due sono gli esempi più lampanti dell’Europa che ci piacerebbe: ovvero un continente aperto e accogliente per tutti, che dia possibilità di crescere e riuscire nella vita. Se uno legge i racconti dell’infanzia di Lukaku, il centravanti à la Hulk del Belgio, trascorsa in un piccolo appartamento con la madre che, costretta dalle difficili condizioni economiche, era solita allungare il latte con l’acqua gli si stringe il cuore. Eppure Lukaku, grazie alle numerose scuole-calcio di cui dispone Bruxelles e tutto il Belgio intero è diventato il campione che è e da un angusto locale da dividersi con topi e scarafaggi oggi si giocherà la finale della Coppa del Mondo. Una bella storia no? E che ha pure una colonna sonora perfetta come Le Jour d’Après / Siku Ya Baadaye (Indépendance Cha-Cha) del rapper belga Baloji il quale ha riadattato portandola a nuovo grande successo una famosa hit della black-music del periodo post colonialista.
Almost Famous: Hazard e Mbappe, le stelle che sognavano le stelle.
Ci sono certe foto su internet che sembrano fatte ad arte per quanto sono belle. In una di queste si vede Edin Hazard, il funambolico numero dieci dei Diavoli Rossi belgi (dieci dribbling riusciti su dieci nei quarti di finale contro il Brasile) che, nel 2000, posa sorridente assieme agli due fratelli (tra cui Thorgan, suo compagno di nazionale) indossando la maglietta numero dieci di Zinedine Zidane che, in quei mesi, faceva faville nell’Europeo di Belgio e Olando, portando i Blues in finale contro l’Italia (sì, quella persa a causa del golden-goal di David Trezeguet!). L’altra foto cult è quella in cui un quattordicenne Mbappé , attualmente il contropiedista più veloce del mondo e il giocatore che ha spaccato in due la difesa dell’Argentina ai quarti, sorridere nella sua cameretta, cameretta interamente tappezzato di poster di lui, Cristiano Ronaldo, il cinque-volte Pallone d’Oro. Inutile dirvi che proprio quei due ragazzini sognatori oggi si giocheranno non soltanto l’accesso alla finale ma anche lo stesso Pallone d’Oro.
Sfatiamo i luoghi comuni
Tra i belgi peggio delle scimmie, come diceva Baudelaire, e i francesi che sono soltanto degli italiani tristi queste due squadre colorate, divertenti e brillanti stanno sfatando più di un luogo comune. Infatti come dicevamo prima questo Mondiale bello, bellissimo anche senza l’Italia, ci sta regalando due delle più belle squadre della storia del calcio che, in più, almeno fino a stasera, stanno anche raggranellando un successo dietro l’altro. Più giovane e spensierata della Nazionale francese blanc et noir del ’98 e meno miracolosa dei Diavoli Rossi anni Ottanta, Francia e Belgio oggi sono le due nazionali migliori al mondo per qualità di gioco e divertimento degli spettatori non-tifosi. Ovvio che non vediamo l’ora si inizi a giocare in Russia stasera!
Birra o vino si beve bene alla fine
Birra trappista o bollicine? Formaggio raffinato o appetitoso waffle? Insomma sia che si tifi Belgio o che si parteggi per la Francia sarà una grande serata anche a livello gastronomico. Perché ok fare il tifo, va bene essere amanti del bel calcio ed ammirare esteticamente le grandi giocate dei campioni in campo, ma iniziando alle 20, quindi in pieno orario da aperitivo, abbinare una partita del genere a due o tre scelte gourmet o meno ci pare la scelta migliore. E Belgio – Francia, pare proprio evidente come possa accontentare proprio tutti i palati, non soltanto quelli degli appassionati di pallone. Insomma se anche il calcio vi fa schifo di fronte ad una birra scura doppio malto anche il più fervido degli antipallonari rischierà di fare la ola tra il primo e il secondo tempo.