Il trading online è un settore che non ha risentito della pandemia da Coronavirus anzi, di seguito tutti i dati del trading online pre e post pandemia.
Nel corso di questo articolo ci soffermeremo anche sui consigli e opinioni sul trading online per capire se realmente è adatto a noi.
Certamente la pandemia ha portato gli italiani e non solo ad affrontare la vita, gli acquisti e gli investimenti in modo totalmente differente, inoltre il quasi obbligo ad utilizzare solo apparecchiature elettroniche per ordinare la spesa, comprare i vestiti ha dato una spinta verso una maggiore digitalizzazione, ci siamo dovuti reinventare e adattare a questo nuovo modo di vivere.
Come sono cambiati gli investimenti e le spese degli italiani e quanto il trading online è stato presente?
Di seguito un’attenta analisi sui dati inerenti al trading online, ai brokers pre e post pandemia, ma non solo perché esamineremo anche come le famiglie italiane preferiscono spendere i loro pochi risparmi, dato che siamo uno dei paesi che ha minor possibilità di investimento.
I dati del trading online nel 2018
Il 2018, anche se ancora eravamo all’oscuro di ciò che sarebbe successo, tra la pandemia e la crisi economica di stampo mondiale, le famiglie italiane si preparavano ad un calo economico.
Dal rapporto del 2018 della CONSOB è emerso che gli italiani non avevano una grande preponderanza verso il trading, ma si preferiva il risparmio.
Affiora dal rapporto che il 29% degli intervistati possedeva un prodotto oppure uno strumento finanziario e una buona conoscenza del settore, gli investimenti preferiti nel 2018 erano i Fondi comuni e i Titoli di stato.
Ma solo il 28% degli intervistati dichiarava di scegliere in modo autonomo i propri investimenti.
Il trading online nel 2019
Dopo un anno com’è cambiata la situazione economica in Italia?
Nel rapporto del 2019 della CONSOB vediamo come ancora le famiglie italiane se messe a confronto con altri paesi dell’Eurozona sono impossibilitate ad investire, inoltre non vi è una cultura di base sulla pianificazione finanziaria, l’obiettivo di risparmio è di per sé solo precauzionale.
Cresce di poco arrivando al 30% la stima delle persone che dichiarano di possedere almeno un’attività finanziaria, come Fondi comuni o Titoli di stato. Ma continua ad esserci una latente sfiducia verso la figura del consulente finanziario.
Nel 2020 il trading online inizia a mettere le radici tra gli investitori.
Il cambiamento del trading online nel 2020
La crisi innescata dalla pandemia da Coronavirus è stata ed è tuttora cosi forte che ha portato un grande stravolgimento al livello socio economico.
Il Pil secondo i dati disponibili del 2020 ha avuto una forte contrazione, di conseguenza anche il mercato del lavoro ha risentito di tale crisi. La riduzione del reddito pro capite ha portato molte famiglie a preferire il classico risparmio precauzionale.
Ma come da una parte le famiglie italiane hanno preferito risparmiare, da un’altra parte molte persone hanno deciso di provare l’innovazione finanziaria e non conferire con un operatore, praticando in autonomia i propri investimenti.
Il trading online nel 2020 ha visto un buon incremento, sono molti i neo investitori che hanno deciso di investire anche con piccole somme.
Cosa sta succedendo nel 2021, gli utenti preferiscono sempre il trading online?
Ebbene si! anche nel 2021 gli utenti hanno deciso di continuare ad investire nel trading online, qualche numero per capire come sono aumentate le piattaforme di trading.
Nel 2018 i brokers presenti sul mercato erano 132, per arrivare in un solo anno a 242, questo fenomeno di raddoppio non si vedeva da più di 10 anni.
Detto questo è conseguenziale che i dati del trading post pandemia siamo realmente incoraggiati.
Certamente non vuol dire che ottenere dei benefici con il trading online sia semplice, anzi secondo le stime fatti le perdite variano dal 30% al 70%.
Attualmente in Italia le cifre che girano introno al trading online sono da capogiro, pensate che in totale le persone che hanno conti correnti con accesso online sono oltre 20 milioni, di questi solo un 3,6 milioni possiedono un conto titoli e 2,2 milioni gestisce in modo indipendente i propri investimenti.
Esistono brokers italiani?
Certamente esistono anche dei brokers italiani, nati e con sede in Italia.
Sono per essere precisi 22, che si dividono in 8 SIM e 14 brokers intermediari.
Vi consigliamo prima di registrarvi ad un qualsiasi brokers di verificare la sua veridicità tramite il sito dell’Esma. Basta conoscere la nazionalità del brokers e di conseguenza verificare il tutto tramite i registri e gli elenchi.
Per concludere è bene soffermarci sul fatto che il trading è un settore redditizio ma che se non eseguito in modo professionale può farvi perdere il vostro denaro, il nostro consiglio è quello di fare pratica con il conto demo.
Fonte: www.tradingonlineguida.it