Il divertimento e la giunta Appendino a Torino non sembrano proprio sinonimi. Già l’anno scorso gli agenti in assetto antisommossa hanno caricato gli avventori che stavano facendo aperitivo ai tavolini dei bar (per disperdere dei manifestanti, but still gente normale ferita a caso), quest’anno si fa addirittura più sul serio, obbligando i sabaudi a sobrietà o indigestioni.
Come apprendiamo da La Stampa di Torino, alcuni assessori hanno approvato la modifica al regolamento della Polizia municipale, che vieta il consumo di alcol da asporto dalle 21 alle 6 del mattino. Niente più birrette o mojito per tutti quelli che pensano che l’estate in città vada anche vissuta e non solo subita: dal tramonto all’alba nessun locale, supermercato, bottega che vende alcol da asporto potrà più farlo, saranno messi in pausa anche i distributori automatici. Se e quando la regola verrà Proibizionismo a tempo per tutti i torinesi.
Sarà tollerata solo la vendita di alcol se associata, e qui entra in ballo una nuova regola all’insegna della simpatia, a cibi cotti in quantità congrua. Come scusa?
Che significa “quantità congrua” e perché cibi per forza cotti? Quante birre vanno con una pizza e quanto vino con gli spaghetti? Il kebab poi, essendo un bel mappazzone, non ha bisogno anche di un paio di amari?
Insomma, si beve solo se siamo satolli di cibo, così non ci si ubriaca. Ma cos’è questa paura dell’ebrezza e soprattutto, la repressione ha mai portato a qualcosa di interessante? Fuori dai denti, fossimo torinesi non avremmo granché voglia di uscire; compreremmo le birrette nel pomeriggio e poi grandi feste in casa tutta la sera.
Certo, in città ci sono un po’ di luoghi di ritrovo in cui spesso la gente fa troppo rumore, ma è pure un segnale di vita che va rispettato. Pensate davvero che rendere l’alcol illegale durante la notte porti le persone a cercare un divertimento più austero, quasi monastico? Verosimilmente la tanta e varia umanità torinese che ha voglia di uscire e svagarsi un po’, troverà nuove vie. No amici, non siamo a favore del proibizionismo, mai. Siamo convinti sia più produttivo e funzionale educare le persone all’aggregazione, ai pericoli dell’alcol e al rispetto del codice civile, senza dover tornare ai tempi di Al Capone e delle birre nascoste come fossero pistole. Nel 2018 possiamo fare di meglio.