Spesso, per fare quelli che sono aggiornati col mondo e stanno sempre al passo coi tempi, molti adulti usano a sproposito l’appellativo Millennial per descrivere i ragazzi nati dal 2000 in poi, i nativi digitali, quelli cresciuti a latte e iPhone, che hanno conosciuto più l’internet dei cartoni animati giapponesi in tv. Grave errore che commettono spesso e volentieri anche durante i TG nei servizi di costume o di attualità.
Vediamo di fare chiarezza una volta per tutte sulle tipologie di generazioni differenti: i Baby Boomer sono i nostri genitori o nonni, quelli nati dal 1945 al 1964, seguiti dalla Generazione X cioè gli zii simpatici, i fratelli maggiori, i genitori sempre in forma, quelli nati tra il 1965 e il 1977. Dal 1977 al 1983, nella nuova classificazione generazionale si trovano gli Xennial, una crasi tra la Generazione X e i Millennial che sono quelli nati tra il 1985 e il 2000. Ecco la verità: non i diciottenni ma i trentenni o poco meno. La generazione che spesso viene chiamata a sproposito Millennial è la Generazione Z o Centennial, conosciuta anche come iGen, Post-Millennial o Plurals, dei nati tra il 1995 e il 2012. Sono loro, quelli cresciuti col telefonino e il tablet sempre in mano alla ricerca del wi-fi, ma anche quelli che iniziano a pensare al futuro del pianeta.
I Millennial sono quelli della MTV Generation, che hanno visto sparire piano piano il mondo analogico e hanno assistito alla sostituzione digitale: i primi cellulari, l’internet 56k, la tv via cavo, i primi social media e Napster, quelli che hanno subito o cavalcato la rivoluzione della rete, che hanno subito la prima vera crisi finanziaria dal dopoguerra e che si sono scontrati con la sparizione del posto fisso e dei risparmi, ma anche quelli che hanno capito di doversi adattare a un mondo nuovo.
Ora che lo sapete, potete smetterla di usare il termine per descrivere una generazione del tutto diversa, quella dei nativi digitali su cui riponiamo tutte le migliori speranze e verso i quali sentiamo di scusarci per aver consegnato un mondo non esattamente idilliaco.