L’Italia è stato il primo stato occidentale colpito dal COVID-19, mentre la Cina è stata la prima nazione al mondo a ritrovarsi a gestire l’epidemia. Quando questi due paesi si sono ritrovati in piena emergenza, le manifestazioni di solidarietà non si sono fatte attendere. In particolare, l’Italia di recente è stata oggetto di diverse dimostrazioni di amicizia che hanno riguardato la fornitura di mascherine, ventilatori polmonari e altri dispositivi di sicurezza, ma anche l’invio di medici e infermieri stranieri arrivati per lavorare con i colleghi italiani. Un ruolo di primo piano è stato assunto dalla Cina, che ha messo a disposizione la sua esperienza e ha donato materiale medico. Vediamo di analizzare più nel dettaglio quali sono stati i principali scambi intercorsi tra questi due paesi.
La Cina arriva in soccorso dell’Italia
Gli ottimi rapporti tra Italia e Cina si sono tradotti in autentica solidarietà nell’affrontare l’emergenza COVID-19. La Cina ha infatti subito mostrato di avere a cuore la situazione italiana. Diversi carichi di aiuti contro il coronavirus sono stati inviati dalla Croce rossa cinese e dal governo, portando in Italia bancali di ventilatori, respiratori, elettrocardiografi, mascherine e altri presidi medico-sanitari. È stato offerto all’Italia anche il know how maturato dalla Cina sul coronavirus e veicolato da una task-force di 9 medici specialisti guidati dal vicepresidente della Croce Rossa cinese, Yang Huichuan, e dal professore di rianimazione cardiopolmonare, Liang Zongan. Non sono state solo le istituzioni cinesi ad aver sostenuto l’Italia, ma hanno partecipato concretamente anche le associazioni filantropiche. A marzo 2019 il China-Italy Philanthropy Forum aveva posto le basi per promuovere la solidarietà internazionale, che di fronte alla contingente emergenza ha dato prova di grande reattività. I filantropi cinesi hanno raccolto aiuti e acquistato in Cina beni necessari per gestire l’emergenza, mentre quelli italiani si sono coordinati con l’Ambasciata italiana in Cina sostenendo, anche finanziariamente, il ponte aereo per il trasferimento degli aiuti.
I casi di solidarietà reciproca tra i due paesi
Nell’emergenza COVID-19 la Cina e l’Italia si sono mostrate vicine, strette in una relazione di vicendevole supporto, come testimoniato da numerosi episodi. Per esempio, l’organizzazione italiana Ai.Bi – Amici dei Bambini, attiva dal 2008 in Cina come ente autorizzato all’adozione internazionale e dal 2013 in supporto alle attività della Casa di accoglienza “Vittorino Colombo” di Xi’an, è stata recentemente ringraziata dal CCCWA – China Centre for Children’s Welfare and Adoption per il lavoro svolto nel reperire materiale medico per l’emergenza Coronavirus negli istituti per l’infanzia cinesi. Grazie all’Ai.Bi e al contributo di realtà imprenditoriali italiane che hanno sostenuto la causa come Pisa, la storica orologeria di Milano, sono stati raggiunti cinque istituti cinesi e sono state raccolte oltre 30mila mascherine durante la fase più critica. La reciproca solidarietà che lega Italia e Cina è testimoniata anche dal comportamento di Fk Group di Dalmine nel bergamasco. Durante la piena emergenza in Cina, l’azienda ha inviato all’impresa partner cinese, la Pgm System, in tempi record e a prezzo di costo, i macchinari destinati al taglio dei tessuti per realizzare camici chirurgici monouso, donando anche duemila mascherine. Ora che l’emergenza si è spostata in Italia, la Pgm System sta ricambiando gli aiuti, si è dichiarata pronta ad aiutare e ha già inviato 750 mascherine. Dal mondo del vino, invece, arriva il progetto Ganbei, che mira a raccogliere fondi per acquistare materiale sanitario in Cina e a trasferirlo con un ponte umanitario in Italia, sensibilizzando soprattutto il mondo vitivinicolo.
In un momento difficile per il nostro paese, la solidarietà tra gli Stati sta avendo un ruolo importante e nel prossimo futuro sarà ancora più centrale per riuscire tutti insieme a sconfiggere il virus.