Fumare fa male. Questo lo sappiamo tutti, non c’è bisogno di stare tanto a menarla. Però parliamoci chiaro, anche attraversare la strada mandando un messaggio al telefono può essere fatale, allora perché sui telefoni non c’è scritto “Attenzione, mandare messaggi può far diventare ciechi, sterili, danneggia te e chi ti sta intorno, provoca danni alle coronarie e ti può portare alla morte”? Eppure, a seconda di chi sei innamorato/a, andrà proprio così.
Ho divagato alla grande, torniamo alle sigarette: chi scrive, colto da bronchite di quelle che non se ne vanno via nemmeno dopo aver comprato l’equivalente di un guardaroba nuovo in medicine ed averle assunte tutte, ha deciso di prendere al balzo la funesta occasione per smettere di fumare. Passiamo alla prima persona, che fa più reality:
Per ora va tutto a gonfie vele, perché non potrei fumare neanche volendo, quindi non ne sento la mancanza, ma una volta che mi sarò ristabilito inizierà il vero dramma. Motivazioni del dramma:
A) non mi piacciono i bastoncini di liquirizia e qualcosa dovrò pur mettere in bocca (le battute andatele a fare a casa vostra)
B) non voglio neanche pensare alla sfiga della sigaretta elettronica
C) quasi tutti i miei amici fumano
D) ingrasserò ed inquarterò come i bovini, rovinando del tutto la mia vita sociale
E) romperò i coglioni ai miei amici fumatori come fanno i vegani con i normali per la carne
Certo, a voler vedere le cose nel modo positivo:
A) le mie prestazioni fisico/atletiche ne gioveranno alla grande
B) avrò più fiato in gola per urlare quanto amo la vita
C) avrò sempre un chewing gum in bocca, quindi avrò un alito fresco ed un’invidiabile muscolatura mascellare
D) non prenderò più pause sigaretta quindi sarò oltremodo produttivo
E) risparmierò soldi, avrò più salute bla bla bla
Come vedete, quella dei soldi e della salute sembra cretinamente passare in secondo piano a causa della prossimità della rota. Chi tra di voi non è mai stato tossicodipendente né ha visto in gioventù il film “Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” (ma poi se la fa anche il credibilissimo [ironia] Accorsi in “Radiofreccia”), potrebbe non sapere di cosa sto parlando. Trattasi di crisi d’astinenza, talmente forte che tutto passa in secondo piano. Dunque, siccome l’errore da non commettere è tenersi tutto dentro, faccio già outing stilando una bella classifica delle sigarette che mi mancheranno di più.
Quella sociale:
Come ampiamente detto, l’80% dei miei amici fuma. Questo significa che in ogni luogo e in ogni lago, mi troverò davanti qualcuno che inspira ed espira nicotina alla faccia mia. Mi faranno venire voglia. Ma se poi dico “dai me ne faccio una tanto cosa vuoi che sia” tanto vale cestinare le ambizioni. Quindi focalizzarsi sui polmoni pieni di merda come fanno vedere in quei documentari medical-horror e via.
Quella abbinata al caffè:
Altra tragedia greca, come farò a bere il caffè senza fumarci subito dopo una o addirittura due sigarette? Cioè, può esistere in natura il sapore del caffè senza quello della sigaretta? Non credo.
Quella abbinata al weekend:
Lo sappiamo, durante il weekend si fa tardi, si beve e di conseguenza si fuma. Avendo iniziato a fumare, come quasi tutti quelli che hanno il vizio, in prima superiore, non credo di aver mai avuto esperienza di una sbronza senza l’amico tabacco, quella combo che a fine serata ti fa avere l’equivalente di una felpa di pile col cappuccio in bocca. Oi, non iniziamo a dire che bisogna smetterla anche con le sbronze eh, per cortesia.
Quella sul lavoro:
Come ogni bravo giornalista investigativo (mestiere, peraltro, che non mi appartiene), tra un articolo e l’altro oppure durante la scrittura, se sono in un posto che me lo permette, ci fumo. Boh, vedremo cosa farò da ora in poi. Due flessioni?
Quella dell’imbranato:
Dai non mi fate passare da scemo, sarà capitato anche a voi di essere in soggezione di fronte a una tipa, ad un vip, ad un superiore, a chi vi pare. E allora al primo silenzio imbarazzante, subito fumare. E adesso? Due flessioni? Non mi pare il caso.
Quella dopo l’amore:
Daje regà, non per fare per forza quello che sottolinea l’ovvio, però quella sigaretta lì, prima del riposo del guerriero, nel quale tu, ancora sudato dopo due ore di sesso (o anche dieci minutini ma intensi), accendi con mano maschia dopo aver dato l’anima su quel letto, è il simbolo della libertà. Come fare a rimpiazzarla con dei respiri profondi? Sarà durissima (ancora battute? ma dove siamo, alle medie?)
Quella delle cose belle:
Festa, promozione, micro vincita al lotto, limone non previsto, cospicua eredità di uno zio che non conoscevi, soddisfazione in generale, si festeggia con una sigaretta no? Ecco, no.
Quella delle cose brutte:
Non c’è nemmeno bisogno di fare l’elenco: paranoia, delusione, disperazione = mi accendo una sigaretta. Quelle saranno le più difficili da non fumare, sul serio.
Mi scuso per aver usato questo spazio per parlare dei fatti miei ma sono convinto che, in concomitanza coi mali di stagione, a più di uno di voi sia venuta la stessa idea. Forse ce la faremo, forse invece domani saremo già sotto la pioggia, fuori da un locale o da un ristorante a fumare come supereroi turchi. Tentar non nuoce no? Fatemi sapere, io vi terrò aggiornati su di me.