Aveva annunciato il suo ritiro con una lettera che ha prima distrutto e dunque commosso gli appassionati di NBA e basket, ma anche tutti quelli che si emozionano con lo sport. Adesso ha giocato la sua ultima partita.
Kobe Bryant si è ritirato. Perché – e parafrasiamo lo stesso Black Mamba – cuore e testa ce la fanno, ma a 37 anni il corpo chiede una tregua. Strameritata sul campo.
Abbiamo chiesto un commento ad Alessandro Diegoli, giornalista e conduttore radiofonico a Radio Popolare ed esperto di NBA “Kobe Bryant è stato il più importante e il più forte tra i giocatori nati degli anni ’70, insieme a Tim Duncan. È considerato giustamente l’erede di Michael Jordan: hanno giocato nello stesso ruolo, hanno movenze simili. Bryant ha voluto dire tutto per i Lakers, li ha riportati a vincere dopo anni di traversata nel deserto, dai tempi di Magic Johnson. Ha fatto una serie di record impressionanti – e alcuni li vedremo nei video qui sotto – il più incredibile forse è quello di avere segnato 40 punti, in una sola partita, contro tutte le squadre della NBA. Il suo erede? Non c’è un vero erede, il testimone di simbolo della NBA passa ora a LeBron James, che però non è così vincente. In fondo Kobe Bryant è stato come Michael Jordan, non lo fermava nessuno. Quando voleva vincere, vinceva“.
Anche Giacomo Iacomino, giornalista, telecronista della seria A della palla e spicchi e conduttore di Gancio Cielo su Studio 1 condivide il suo ricordo con noi “Kobe Bryant è la cosa più vicina a Michael Jordan che abbia calcato il parquet, ma l’ha fatto con umanità. Michael Jordan ha sempre avuto intorno, anche nell’ultima stagione, un alone di divinità, mentre in quest’ultima stagione Kobe è diventato più umano, e forse anche più simpatico“. Eredi in vista? “Un erede come lui, non c’è. C’è Curry, e Curry sta cambiando tutto“. Infine Stefano Cioppi, allenatore dell’Aurora Basket Jesi e direttore sportivo della Victoria Libertas Pesaro conclude “Kobe Bryant è stato uno dei giocatori con maggior talento NBA a livello mondiale degli ultimi tempi, al pari di Michael Jordan. Questi due giocatori hanno fatto i canestri più difficili, forse Michael Jordan ha uno spirito più vincente e Kobe l’ha sempre visto come un modello. Un possibile erede? Bisogna seguirlo, ma potrebbe essere Stephen Curry dei Golden State Warriors“.
Del resto, quando sei il terzo marcatore di sempre nella storia della NBA, il più giovane giocatore di un All Star Game e l’unico ad aver segnato oltre 30 mila punti e 6 mila assist, ça va sans dire: sei la storia della pallacanestro.
Per 10 buone ragioni.
1. Ha vinto 5 titoli Nba
Kobe è un pentacampione Nba. Sempre con i Los Angeles Lakers, squadra nella quale ha trascorso l’intera carriera. Un anello per dito: nel 2000, nel 2001, nel 2002, nel 2009 e nel 2010. Nel 2009 e nel 2010 è stato anche l’Mvp delle Finals.
2. È il terzo marcatore di sempre nella storia della Nba
Dietro a Kareem Abdul-Jabbar (38.387) e Karl Malone (36.928) e davanti a Michael Jordan (32.292). Kobe è sul podio di tutti i tempi con 32.683 punti. Il sorpasso su His Airness è datato dicembre 2014.
3. È il miglior realizzatore di sempre nella storia dell’All Star Game
Con 280 punti è il bomber di tutti i tempi nel match che mette di fronte i migliori. Non solo, nella partita delle stelle il Mamba vanta anche 17 selezioni consecutive, il record dei rimbalzi offensivi in una partita (10), il record delle palle rubate in carriera (37, come MJ), è stato 4 volte Mvp e l’8 febbraio 1998, a 19 anni e 175 giorni, è stato il più giovane di sempre a farsi convocare.
4. È il più giovane di sempre ad aver vinto lo Slam Dunk Contest
Lo Slam Dunk Contest è la gara delle schiacciate. Kobe l’ha vinta l’8 febbraio 1997 a 18 anni e 175 giorni.
5. È il miglior realizzatore di sempre nella storia dei Los Angeles Lakers
https://www.youtube.com/watch?v=5t8m8m7J4uI
I 32.683 punti di Kobe sono tutti colorati di giallo e di viola. Nonostante sia stato scelto dagli Charlotte Hornets al primo giro del Draft 1996, col tredicesimo pick, i Lakers si sono immediatamente garantiti le prestazioni di Bryant in cambio del centro Vlade Divac. La storica franchigia di Los Angeles vede il nome di Kobe Bryant in cima a parecchi record, per citarne alcuni: partite, minuti giocati, palle rubate, punti segnati in una stagione (2.832).
6. Ha segnato 81 punti in una partita
È successo il 22 gennaio 2006 contro i Toronto Raptors. È la seconda prestazione di sempre in quanto a punti segnati in un singolo match dietro al centone di Wilt Chamberlain nel 1962. Nel 1962, appunto. La prestazione di Kobe è fantascienza per la pallacanestro moderna. Come i 65 punti che mette a referto circa un anno dopo, il 16 marzo 2007 contro i Portland Trail Blazers.
7. Ha vinto 2 ori olimpici
https://www.youtube.com/watch?v=GvgQ05uQ36o
Oro a Pechino nel 2008. Oro a Londra nel 2012. Dopo il “nightmare” team del 2004 ad Atene gli Stati Uniti tornano ai fasti del “dream” team jordaniano anche grazie a Kobe Bryant. Nel 2008, in finale contro la Spagna, segna 20 punti. Nel 2012, ancora in finale contro la Spagna, ne mette 17.
8. Ha segnato almeno 50 punti in 4 gare consecutive
Kobe è uno dei due giocatori nella storia della pallacanestro a stelle e strisce ad avere segnato almeno 50 punti in 4 gare consecutive e indovinate chi è l’altro? No, non è Jordan. È Wilt Chamberlain.
9. Ha segnato 12 tiri da 3 in una sola partita
È successo il 7 gennaio 2003 contro i Seattle SuperSonics. Record che è stato eguagliato da Donyell Marshall il 13 marzo 2005.
10. È l’unico giocatore nella storia Nba ad aver segnato almeno 600 punti nella postseason per tre anni consecutivi
È successo nel 2008 (633 punti), nel 2009 (695 punti) e nel 2010 (671 punti).
Ci mancherai, Kobe.