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La risposta femminista al calendario Pirelli: le foto di Andrea Mary Marshall

Andrea Mary Marshall

 

La fotografa femminista Andrea Mary Marshall ha presentato la sua risposta al Calendario Pirelli. Il progetto si chiama Feminist e il font della scritta ricorda inequivocabilmente quello dei famosi pneumatici. Pubblicato per la prima volta nel 1963, il Pirelli è il calendario per eccellenza: per più di cinquant’anni ha presentato l’idea della donna provocante raccontata da molteplici punti di vista e ritratta dai fotografi più famosi del mondo.

Ora l’artista americana ha deciso di proporre anche la sua personale interpretazione di tale immaginario: «Il mio intento era quello di riflettere su una visione a più dimensioni della femminilità – commenta Marshall – Rimango consapevole del modo in cui le donne sono rappresentate dai media mainstream e dalla cultura pop… Da una parte penso che i loro corpi dovrebbero essere osannati, ma credo anche che non sia l’unica cosa da celebrare in una donna“.

 

La copertina del calendario

 

Nel calendario la fotografa si ritrae in 24 foto, abbinando ogni volta uno scatto fortemente erotico ad un altro dove è completamente vestita. Questo tipo di contrasto vuole spiegare che la femminilità non può avere un’unica chiave di lettura: “Alcuni giorni mi sento più vicina a uno dei due aspetti, o anche solo ad una sola delle tante delle foto presenti. Il mio obiettivo era appunto esplorare la fluidità dell’essere una donna”.

 

Andrea Mary Marshall

 

Nell’anno in cui Playboy ha deciso che non pubblicherà più foto di nudo e ora che lo stesso Pirelli ha annunciato che l’edizione del 2016 vedrà solo modelle vestite (sarà presentata a Londra a fine mese), la provocazione di Andrea Marshall potrebbe essere interpretata come un semplice tentativo di farsi pubblicità. Lei risponde alle critiche dicendo: «È sempre la stessa storia, le donne sexy si spogliano mentre quelle influenti possono tenersi i vestiti addosso. La mia opinione è, appunto, più sfumata. Per me essere donna deve essere molto di più di un semplice sistema binario».

 

[via Dazeddigital.com]

Sandro Giorello

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