Nei primi anni ’90, quando si era giovani e si è iniziato (dopo aver mandato a memoria il fondamentale Subway Art), anche dire la parola graff**i puzzava di marcio. Noi si faceva bombing e basta (un mio amico una notte l’aveva anche scritto sul muro di turno: “vandalismo non arte”). Si cercava di spaccare ovunque, tag su tag, evoluzione e studio del proprio stile di lettering, quanto più personale possibile. Muri e treni, bombolette su bombolette. Nessuna menata o pretesa artistica, nessun contatto con il mondo dell’arte ufficiale.
Poi è arrivata la street art , che era tutt’altra cosa. E si è capito fin da subito. Stencil, figure, fotocopie. Più facile (e più vendibile). Dicesi soldi, sistema-arte, gallerie, sponsor, pubblicità. Nulla a che vedere con la Cultura del Writing, anche se i media fanno sempre volentieri confusione per mischiare le carte in tavola e donare patine di rabbia e street-credibility a furbetti ragazzetti viziati che si atteggiano a fenomeni (da baraccone).
Ma l’importante è avere le idee chiare. Sempre. Quindi ci fa piacere contribuire a diffondere quest’immagine che riassume bene TUTTA la Differenza tra uno street artist e un graffiti writer.
Bella Lush. Le cose nero su bianco.
Squadre e associazioni sportive: gli accessori che aiutano a rendere profondo il legame con i…
Juni Ba ne Il ragazzo meraviglia dimostra quanto il comics "americano" sia ancora vivo e…
Nick Abadzis celebra la cagnolina Laika in un fumetto superlativo, pubblicato da Tunué. I could…
The Brutalist di Brady Corbet risponde di sì, che è l'unica meta possibile di quel…
Con Suoni ancestrali Perrine Tripier realizza un romanzo sconvolgente e perturbante che parla di politica,…
Kingdom Come: Deliverance II di Warhorse Studios è un instant-classic del gioco di ruolo. La…