Nei primi anni ’90, quando si era giovani e si è iniziato (dopo aver mandato a memoria il fondamentale Subway Art), anche dire la parola graff**i puzzava di marcio. Noi si faceva bombing e basta (un mio amico una notte l’aveva anche scritto sul muro di turno: “vandalismo non arte”). Si cercava di spaccare ovunque, tag su tag, evoluzione e studio del proprio stile di lettering, quanto più personale possibile. Muri e treni, bombolette su bombolette. Nessuna menata o pretesa artistica, nessun contatto con il mondo dell’arte ufficiale.
Poi è arrivata la street art , che era tutt’altra cosa. E si è capito fin da subito. Stencil, figure, fotocopie. Più facile (e più vendibile). Dicesi soldi, sistema-arte, gallerie, sponsor, pubblicità. Nulla a che vedere con la Cultura del Writing, anche se i media fanno sempre volentieri confusione per mischiare le carte in tavola e donare patine di rabbia e street-credibility a furbetti ragazzetti viziati che si atteggiano a fenomeni (da baraccone).
Ma l’importante è avere le idee chiare. Sempre. Quindi ci fa piacere contribuire a diffondere quest’immagine che riassume bene TUTTA la Differenza tra uno street artist e un graffiti writer.
Bella Lush. Le cose nero su bianco.