Eh, che bello lavorare nel magico mondo della pubblicità! Insomma… forse solo in certi ruoli e fino a una decina, quindicina d’anni fa. Poi la crisi s’è mangiata tutto e faticare oggi nel settore somiglia più a un tragico Ugo Fantozzi immerso nell’epoca dei social media che allo stile impeccabile di Mad Men. C’est la vie: ma l’idea romantica della professione continua a piacere e mietere vittime sacrificali, immolate dopo anni di studi sull’altare del crudele dio pagano dello Stagismo.
Ma la pagina Facebook l’Agenzia Pubblicitaria di Merda di questo si è accorta per tempo e ci ha costruito una bella fan base su Facebook: perché del resto tutti a Milano lavorano in pubblicità, si sa, e in tutte le agenzie succedono le stesse cose, con le stesse dinamiche. Proprio le diaboliche menti dell’APDM hanno lanciato oggi su Kickstarter un gioco da tavolo dedicato a quel mondo un tempo dorato: si chiama Pubblicitary, e ci è piaciuto subito moltissimo.
Perché più che un gioco, è un documentario che racconta esattamente la situazione in cui molti di noi si trovano a lavorare ogni giorno. Si gioca da 2 a 6 persone, e se lo prenotate ora arriverà a novembre.
Per i CEO dell’agenzia spendaccioni ma previdenti, che già ora vogliono portarsi avanti con il regalo di Natale ai sottoposti, c’è anche l’opzione da 5mila euro, con cui farsi personalizzare 100 scatole del gioco con il nome della propria agenzia.
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“Ci siamo ritrovati una sera a pensare a come sarebbe figo essere il CEO dell’agenzia – racconta Marta Levantaci dell’APDM a Dailybest – “assumere, licenziare, mobbizzare le persone, sognare di comprarci le barche: e un po’ sognando su queste cose ci siamo immaginati di creare un gioco che riproducesse queste dinamiche di un’agenzia. Abbiamo impiegato circa un anno per avere un gioco che funzionasse, con dei personaggi che facessero ridere e che fosse molto divertente da giocare. Nel gioco poi succedono le cose che succedono in tutte le agenzie… si partecipa alle gare, arriva il debrief, l’account è una spendacciona con i clienti, poi magari sta male, il boss viene denunciato per mobbing, paga delle penali, il direttore creativo si sente un dio ed è permalosissimo – come tutti i creativi del resto, ndr – e ci sono tutta una serie di imprevisti cui sfuggire per avere l’agenzia più performante sul mercato“.
Scopo del gioco? Naturalmente far fallire tutte le altre agenzie: ma quali sono i personaggi di Pubblicitary? “Abbiamo i classici personaggi con cui abbiamo a che fare ogni giorno – continua Marta – dal direttore creativo che pensa di essere dio, passando per gli account, i creativi, i copy, gli art director, gli sviluppatori, e naturalmente gli stagisti. Ovviamente mentre tutte le altre figure hanno un salario lo stagista è gratis: ne puoi assumere quanti ne vuoi. Il gioco è un gioco di strategia, e le gare si possono anche vincere solo con stagisti“. Proprio come nella realtà.