L’era delle fragole a dicembre è destinata a finire. Ebbene si, in controtendenza con il diffuso benessere unito alla tecnologia in continuo sviluppo, oggi la richiesta dei prodotti disponibili sul mercato sta cambiando.
La crescente attenzione nei confronti di uno stile di vita sano, di un’alimentazione salutare e forse soprattutto del rispetto dell’ambiente sia in fase di produzione che dopo l’uso dei prodotti, sta riportando l’agricoltura un passo indietro e l’industria un passo avanti.
In questa direzione si inserisce la tendenza ad acquistare prodotti biologici, sia in ambito alimentare che nel settore della cura della persona e della casa, oggi disponibili anche online su siti dedicati come Sorgente Natura.
Filiera controllata e garantita
Il primo motivo per scegliere prodotti bio risiede nella stringente normativa che ne stabilisce le regole della loro produzione e della successiva certificazione.
A regolare la materia sono due regolamenti europei, il numero 834 del 2007 e il numero 889 del 2008 che riguarda in particolar modo l’etichettatura.
Nella normativa è stabilito cosa si intende per biologico e chi può certificare tale caratteristica. In Italia ad oggi esistono 17 organismi di controllo autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari per la certificazione delle produzioni biologiche.
Così un prodotto, prima di essere etichettato come biologico, deve sottostare a una serie di controlli, sia preventivi che successivi, tali da garantirne il processo di produzione. Ad esempio, se nella stessa azienda si trattano prodotti bio e prodotti non bio, i macchinari utilizzati nei processi di lavorazione devono essere accuratamente puliti prima dell’introduzione del prodotto che ha ricevuto o punta ad ottenere la certificazione di biologico.
I prodotti composti da più ingredienti possono definirsi biologici solo quando contengano almeno il 95% di ingredienti agricoli certificati bio.
Come una volta, nel rispetto dell’ambiente
Ma cosa si intende per biologico?
Innanzitutto l’agricoltura biologica punta a ridurre al minimo gli interventi esterni sfruttando i naturali meccanismi del terreno, tutelando la biodiversità e la fertilità del suolo, possibili tramite la rotazione delle colture, privilegiando quelle autoctone perché in grado si crescere in uno specifico clima e di resistere alle avversità del luogo d’origine quali parassiti e malattie.
Ne consegue che per ottenere la certificazione è fatto assoluto divieto di utilizzare concimi e pesticidi chimici come anche OGM, ossia organismi geneticamente modificati.
Salutari per l’uomo e per gli animali
L’assenza di sostanze estranee è un elemento positivo non solo per il terreno che ospita e continuerà a nutrire piante di vario tipo, ma anche per il consumatore finale che in questo modo eviterà di assimilare sostanze potenzialmente nocive per l’organismo.
Lo stesso criterio vale per i mangimi animali. Nel settore dell’allevamento, ad esempio, la certificazione del biologico poggia su due basi: il benessere dell’animale, in particolare nella vita all’aria aperta e con adeguati spazi ispirati al rispetto del bestiame e non alla massimizzazione della produttività aziendale, e un’alimentazione anch’essa composta da materie prime biologiche e non OGM.
Anche per le cure veterinarie è ridotto l’utilizzo di medicinali convenzionali, consentito solo in casi di estrema necessità e solo per periodi di tempo limitati.
Tutte queste regole sono sicuramente a vantaggio dell’animale, ma indirettamente anche dell’uomo che non verrà, forse anche inconsciamente, in contatto con alimenti contaminati da agenti chimici esterni a lungo andare nocivi per l’organismo.