Ormai siamo delle trentenni in carriera, mamme realizzate o donne libere ancora in cerca di un’identità, ma l’importante è esserne coscienti: l’adolescenza ce la siamo lasciata alle spalle – fortunatamente! – e con lei, gli anni ’90.
Frange con quantità di lacca che hanno devastato il buco dell’ozono, musica improbabile, mode che neanche nel peggiore sceneggiato della televisione svizzera. Ex figlie di Drive-in, dei paninari con il bomber, del Topexan e Non è la Rai, siete pronte a ricordare tutto questo?
Quelle raffinatissime mèches bionde…
Delicatissime. Perché, non vi piacevano forse quelle righe bionde su sfondo nero così minimal chic che andavano tanto di moda? Nella migliore delle ipotesi potevate optare per due bei ciuffi biondi laterali che incorniciavano il viso, giusto per farti sembrare più gonfia di Danny De Vito. Respira: da una decina d’anni e oltre, è tutto finito.
Perdere la dignità in un paio di scarpe da bowling davanti al tipo che ti piaceva
C’è qualcosa da aggiungere? Aspettavi la pizzata per tutto l’anno, sceglievi accuratamente l’outfit, con scarpe sexy, e la tua dignità finiva dentro a quelle scarpe rosse e blu da bowling, e d’improvviso diventavi un jazzista di New Orleans degli anni ’30, davanti al ragazzo che ti piaceva! Perché era lì che si concludeva la serata, tra truzzi con le buffalo e I Don’t Know Why we’re so restless di Neja in sottofondo. E non dire di no.
Sei ore per riascoltare la tua canzone preferita sul registratore
Bello, ora schiacci un pulsante ed è fatta! Ma ti ricordi la fatica per riascoltare la tua canzone preferita sul mangiacassette? Ah, no? Te lo ricordo io: venti minuti circa per beccare la nota iniziale e in più ti dovevi ritrovare la fine sfumata con tanto di voce del dee-jay. N.C.S., non ci siamo: poi il progresso si è manifestato sotto forma di iPod, o se preferite Steve Jobs.
E la gioia di portare gli occhiali negli anni ’90?
Oggi sono un accessorio fashion, un must-have, uno sfizio, toh sei pure figa con gli occhiali: ma vogliamo parlare del disagio delle teenager munite di lenti negli anni novanta? Altro che Ray-Ban e Wayfarer, nella migliore delle ipotesi sembravi Steve Urkel, ma con il sex appeal di Gegia.
I tipi con le buffalo
Oggi ci sono gli hipster, i fighetti, i nerd, gli indie… ma magari! Un tempo ti ritrovavi ad essere rimorchiata al centro commerciale il sabato pomeriggio dai tamarri con le Buffalo e il giubbotto dell’essenza che sembravano il cosplay di Gigi D’Ag. Tutti anticorpi, ragazze.
Alzi la mano chi non ha mai rischiato di morire durante uno Schiuma party
Magari proprio con una bella canzone di Alexia in sottofondo, eh? Dai non dite che non siete mai state trascinate da un’amica a un gettonatissimo schiuma party estivo, rischiando di soffocare sulle note de L’amour toujours.
La frangia, QUELLA FRANGIA!
Bombata, eh, mi raccomando, e bella liscia in abbinamento al capello riccio e rigorosamente laccata. Un incubo, in pratica. Il risultato finale era un mix tra un cocker bagnato e Ambra Angiolini. Ma la domanda è: perché?
I ragazzi italiani
Serve dire altro? Non credo. E siamo solo alla punta dell’iceberg, perché ti dovevi sorbire l’ascolto passivo di Zarrillo, Massimo Di Cataldo – Se adesso te ne vai, ci fai un favore – e i Neri per caso. I Neri per caso. Passiamo oltre.
Il telefono fisso, che per organizzare le uscite ci mettevi quelle comode 13 ore
Oggi ci sono le chat di gruppo, WhatsApp e la messaggistica istantanea. Sì, oggi. Provate voi, ragazzine del 2000, a organizzarvi con le amiche senza un cellulare: tempo impiegato, circa 3 ore a uscita. Chiamate effettuate: almeno 15 e tutte da fisso. Per un veloce pomeriggio in centro con le amiche serviva un giro di chiamate da call center.
Altro che iPod nano, per ascoltare la musica ti dovevi portare dietro le casse e il dj ancora un po’
Oggi vedi ragazzine con mini iPod… ma che ne sanno. Alla loro età ti dovevi portare dietro pure le casse ancora un po’, ve li ricordate vero, quei comodissimi walkman più grandi della borsetta? Ecco. E taciamo del lettore CD portatile, anche lui praticissimo.
Per scoprire qualcosa del tipo che ti piaceva dovevi diventare un detective
Oggi ti basta andare sulla pagina Facebook del ragazzo che ti piace per sapere tutto di lui, con la possibilità di scoprire perfino che mutande indossava quella volta nel ’97, se ti impegni bene. Ma la fatica che si faceva una volta… Un lavoro di ricerca fatto di minuziosi controlli incrociati che manco la NSA.
Le foto: altro che Instagram, c’era la dura realtà
Bella vita oggi con i filtri Instagram, con un po’ di lavoro pure Andrea Zuckerman sarebbe diventata figa. Ecco, un tempo non era così. Ti tenevi la tua bella foto in cui sembravi la secchiona de I Ragazzi della 3°C e con quella diventavi ricattabile a vita.