Quante volte abbiamo letto un articolo che inizia con la fatidica frase “lo dice la scienza”? Ecco, anche stavolta va così, ma almeno vi comunichiamo qualcosa di buono: non vi preoccupate, statisticamente pare che il 91% delle cose che ci danno ansia non si verificherà mai. Ora fate un bel respirone che vi spieghiamo tutto.
Una ricerca della Penn State University, pubblicata sul magazine Behaviour, stabilisce che più del 90% delle preoccupazioni che non ci fanno vivere bene e ci fanno dormire male la notte non si avvereranno mai.
Carrellata di paure irrazionali in arrivo: morire di incidente stradale, l’aereo che prendiamo è quello che cade, la piazza in cui ci troviamo sarà teatro di un attentato terroristico che vedrà noi tra le vittime, quel meteorite atterrerà proprio a casa nostra, distruggendola, sotto il letto c’è evidentemente un mostro, il pianeta prenderà fuoco tra mezz’ora.
Poi ci sono quelle fisiche: mal di testa = tumore al cervello sicuro, fitta intercostale = ovvio infarto, che sono le più gettonate insieme alle ansie di tutti i giorni: non passerò l’esame, verrò licenziato a lavoro, non troverò mai il/la partner e se per puro caso avverrà, mi tradirà o mi lascerà.
Per ora come andiamo, ce le avete tutte? Bene, anzi, male, malissimo. Non è vero che non sarete mai all’altezza, che vi verrà il panico, che non finirete ciò che avete iniziato e via dicendo. Sta parlando l’ansia, non la statistica e per una volta è interessante farsi guidare dai numeri piuttosto che dalla paura.
Lo studio della Penn State University, infatti, ha preso in esame 29 persone che soffrono di disturbo d’ansia generalizzato, che hanno scritto tutte le loro angosce nel periodo di un mese, e alla fine il 91% delle loro preoccupazioni non si è avverato. Per alcuni, addirittura, c’è stato il 100% di infondatezza. Inutile dire che dopo questo test, molti degli esaminati hanno riscontrato miglioramenti nell’umore.
Come riporta Mashable, gli italiani sono molto ansiosi:
Il Rapporto Censis 2019 sulla situazione sociale del Paese, dice che lo stato d’animo dominante tra il 65% degli italiani è l’incertezza. Nel giro di tre anni (2015-2018) il consumo di ansiolitici e sedativi (misurato in dosi giornaliere per mille abitanti) è aumentato del 23,1% e gli utilizzatori sono ormai 4,4 milioni (800 mila in più dal 2015).
Tutto ciò che possiamo fare è rilassarci e farci cullare da queste percentuali, che sono di gran lunga più reali di ogni congettura.