Ognuno dice la sua sulla manifestazione di Sabato 15 Ottobre. Tutti si sentono in diritto di commentare e di atteggiarsi a ‘io avrei fatto veramente la rivoluzione, altrochè’. La verità è che quando i media parlavano della primavera araba, scontri e guerrilla in Egitto, Tunisia o Libia, tutti erano eccitati (e i governi occidentali persino finanziavano con armi, infiltrati e intelligence). Ora che si accenna alla primavera italiana, tutti gridano alla strage, denunciano la violenza, e blablabla.
La verità è che persino i black bloc in Italia sono sfigati.
Debora Billi sul suo blog titola addirittura “Basta, i cortei non servono ad un accidenti”. Dice: “Il modello di battaglia di questa era, è piazza Tahrir. Occupare in migliaia uno spazio, permanentemente, e tenerlo col ricambio delle presenze (tutti trovano un’ora o due giorni per andare a presidiare): allestendo tendopoli, chioschi, facendo assemblee, disturbando con flash mob, resistendo allo sgombero, facendosi arrestare. Da piazza Tahrir a Wall Street, sta funzionando bene e trova la solidarietà della popolazione, della stampa che non può fiatare e persino di qualche membro delle forze dell’ordine” e poi conclude così: “Ma in Italia tale geniale idea non è venuta ancora a nessuno, di quelli che organizzano “le mani”. Forse non sono venuti a saperlo. Sarà che, come i blac bloc, anche loro sono un poco anziani e con Internet hanno poca dimestichezza“.