Aprire la partita IVA è come spalancare gli occhi mentre nuoti in piscina. Sai che lo devi fare per guardare avanti, ma ti brucia da morire. Anche se il tuo commercialista è bravo, spesso dà per scontate molte cose. Oppure, ti passa le informazioni un pezzo alla volta. Magari si dimentica che, se hai meno di 35 anni, ci sono delle riduzioni sulle tasse da pagare quando fai le note per la cessione dei diritti d’autore.
Prestazioni occasionali, note, fatture: il mondo dei freelance è molto complicato. Per orientarsi in questa giungla serve una bussola, soprattutto alla luce della controversa riforma del regime dei minimi (le partite IVA più “giovani”) iniziata con il Jobs Act. Abbiamo chiesto indicazioni a Giulia Sagramola, illustratrice e autrice, che ha realizzato la guida a fumetti Giovani, Carini & Tartassati per il sito d’informazione Graphic News. “Ho fatto questo fumetto per non continuare a rispondere a tutte le domande dei miei colleghi” dice ridendo.
Il fumetto di Giulia racconta della battaglia portata avanti da ACTA, la prima associazione italiana che difende i diritti dei freelance. “Li ho seguiti per sei mesi e mi sono iscritta. È una di quelle piccole spese annuali che è meglio sostenere.” Chi fa lavori creativi su commissione si ritrova spesso in una terra di nessuno, dove non esistono tutele ed è difficile trovare chi ti dia buoni consigli.
“Per me è sempre stato importante fare gruppo tra illustratori” dice Giulia citando il proprio settore. “È un campo ampio e in crescita: molte persone ci entrano senza rendersi conto che stanno davvero lavorando, proprio perché inizia come una passione. Fai illustrazioni qua e là, cresci ma non ti preoccupi subito delle questioni fiscali.” Lo stesso capita a chi scrive articoli, fa montaggio video, traduce, ecc.
I freelance, oltre alla partita IVA, ricorrono ad altre forme di retribuzione. Ma non sempre scelgono la migliore. Per esempio, “tanti illustratori fanno confusione tra note per la cessione dei diritti d’autore e prestazioni occasionali, che sono limitate a 5000 euro.” In pratica: se scrivi un libro, un articolo o un fumetto a tuo nome, se in generale ti viene richiesta una prestazione di tipo autoriale, ricorri alla cessione dei diritti d’autore. Un lavoro di grafica o una traduzione, invece, te li fai pagare come prestazioni occasionali.
Ma cosa succede quando fatturi tutto con la partita IVA? “Appena paghi il primo anno di tasse ti accorgi che paradossalmente ti conviene lavorare di meno. La cosa ti strugge. Fai di tutto per migliorare la tua figura professionale in un momento di crisi, ma alla fine non ti conviene crescere!” Gia, perché sulla base del fatturato i freelance pagano parte delle tasse dell’anno successivo. “Diventa una catena: guadagni quello che basta, oppure cerchi di lavorare di più per pagare l’anticipo.”
Le conseguenze sono sconfortanti, anche perché in alcuni casi le nuove soglie del regime dei minimi sono da fame. Tuttavia, neppure chi ha aperto la partita IVA prima della riforma del Jobs Act – come Giulia – se la passa bene. “Io quest’anno ho deciso di guadagnare di meno. Ho fatto la scelta di non fatturare con partita IVA quello che posso dichiarare col diritto d’autore. È una tregua per l’anno prossimo.” E a rimetterci sono i contributi, che stanno al minimo. “Sembra quasi che lo stato non voglia farci diventare indipendenti.”
Una generazione senza futuro? “Mi rendo conto che le mie tasse pagheranno la pensione di mio padre. È l’unica cosa che mi tranquillizza. Chissà se io l’avrò mai una pensione, non ci conto tanto e provo a concentrarmi su quello che posso fare per il mio presente.” E le tutele? “Se mi rompo il braccio destro con cui disegno, che faccio? E se mi rubano il computer con tutto il lavoro dentro?”
Giulia adesso è al lavoro su nuovi progetti – ha appena finito la sua graphic novel Incendi Estivi – in una residenza per artisti ad Angoulême, sede dell’omonimo festival che ogni anno raduna appassionati di fumetti da tutto il mondo. “In Francia c’è più tutela e attenzione, ci sono i sindacati dei fumettisti e si sceglie a chi associarsi. Ma la differenza grandissima, qui, sono gli ammortizzatori sociali. Quelli veri. Se fai il mio lavoro, e per caso hai difficoltà a pagare l’affitto, vai al Caf dove ti danno un contributo economico. È così anche se ti sposi, se convivi, se hai dei figli o se non trovi lavoro: ti danno dei contributi.”
E in Italia? “Penso che non sia obiettivo dire che il numero di precari è diminuito, conosco diverse persone forzate ad aprire la partita IVA per continuare a fare il lavoro che prima facevano a tempo determinato, perché alla loro azienda conviene non assumerli. Dobbiamo fare pressione per aumentare le tutele che ci spettano e per evitare di far rientrare sotto partite IVA i lavoratori che avrebbero diritto ad altri tipi di contratto. ”
Ecco perché la sua guida a fumetti è anche un invito ad agire. “Devo dire che molto è dovuto anche a Pietro Scarnera di Graphic News. Ci conosciamo da tanti anni e mi ha proposto di fare questa cosa. Fa fumetti anche lui, ma è anche giornalista e per questo tipo di narrazione è stato fondamentale. Abbiamo fatto un po’ di skypate con due ragazze di ACTA per raccogliere materiale. L’ordine delle cose l’ha dato Pietro, io ho sintetizzato le informazioni in una narrazione più da fumetto, aggiungendo il punto di vista del mio campo lavorativo.”
L’ulteriore riforma delle partite IVA – si parla di un innalzamento delle soglie a 30000 euro e un abbattimento dell’IRPEF al 5% per chi inizia una nuova attività – è attesa, seppur con molti dubbi, per il 2016. Meglio arrivare preparati. “Giovani, carini e incazzati neri.”