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Tutti gli oggetti su cui Carlo Conti può mimetizzarsi

La conduzione del Festival di Sanremo 2015 è una cosa seria. Diretta nazionale, milioni di telespettatori, cantanti e artisti internazionali sul palco, ritardi ed inconvenienti di ogni genere. Per questo il presentatore scelto deve essere uno che la sa lunga, uno che sa affrontare le sfide. L’identikit perfetto di  Carlo Conti, pronto a tutto per far capo alla necessità del Festival, nella buona tradizione di zio Pippo Baudo.

Per anni, Carlo è stato vittima di ogni tipo di presa in giro per il suo colorito, un’abbronzatura rosso/marrone che non lo abbandona mai, nemmeno nel più gelido degli inverni. Si può dire che sia il primo bianco discriminato in Italia per il colore della sua pelle. Però alla fine l’indigeno fiorentino ha avuto tutta la fortuna possibile. Strano, perché non dev’essere stato facile per lui farsi notare , essere preso in considerazione prima della concorrenza, vista anche la sua forte tendenza alla mimetizzazione con i più svariati oggetti/animali del creato.

Non si confonda però il suo colorito, come già erroneamente descritto da qualche parte, come il marrone scuro  tipico dell’ Africa Centrale oppure il rosso tipico degli antichi Maya. Il suo è un pantone del tutto particolare, che può avere le seguenti similarità:

 

Un tronco d’albero.

 

Un antico vaso in terracotta. 

 

Il Gran Canyon.

 

Uno stallone bruno.

 

La vecchia credenza della nonna.

 

Un croissant.

 

Il deserto rosso.

 

Un pallone di cuoio alla vecchia maniera.

 

Un grosso cane.

 

Eva Cabras

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