Un tempo ascoltavo 10 cd nuovi all’anno, compravo una rivista di musica a settimana e delle band sapevo tutto: nomi dei componenti, testi, storielle e gossip, credits… poi è iniziata l’era degli mp3, di napster, dei peer to peer. Ho scaricato decine di dischi nuovi a settimana, col risultato di non sapere più chi sto ascoltando e di non riuscire ad ascoltare quasi niente con l’attenzione e l’amore di prima. Da un lato, quindi, è aumentata la quantità di musica disponibile (un bene), dall’altra è diminuito il livello di attenzione (un male). Ciò può essere accaduto per colpa mia (sono diventato più superficiale e meno interessato alla musica?) oppure è solo un meccanismo inevitabile dovuto al variare dei pesi sulla bilancia quantità-qualità?
Internet ha tolto la nostra attenzione dal disco, ha aumentatato la fruibilità e la disponibilità della musica, ma ha distrutto la centralità del disco come prodotto, come oggetto artistico. E’ un bene? E’ un male. E’ irrilevante, è così e basta.
Ora questo problema si sta riproponendo con le news: ho un elenco sterminato di titoli di news sui feed rss, cerco di leggere tutto. Anche qui sto assistendo, se non sto attento, ad un lento scivolare della qualità della mia lettura verso la superficialità. Sono nella stessa fase del download sfrenato di mp3: “riuscirò ad ascoltarli tutti?” ora è “riuscirò a leggere tutte queste news?”.
L’industria musicale è in crisi, ma c’è più musica ovunque. L’editoria è in crisi, ma ci sono news ovunque. Stessa storia.
Problema analogo alcuni lo hanno con le mail, con i post su Facebook, con i tweet: troppe mail, troppi amici, troppi following. Però qui il mezzo è nuovo e il parallelo coi dischi e gli mp3 riesce solo in parte, tuttavia il risultato non cambia: c’è troppa roba e si finisce per guardare Facebook e la propria posta anche mentre si cammina, ovviamente il più delle volte in maniera superficiale.
Questo è il problema dell’overload di informazioni e certi giorni è una fonte più o meno consapevole di stress per molti.
La soluzione nel mondo di internet si chiama “curation“, cioè la selezione dei contenuti, attività che sta crescendo sia come ruolo umano nelle redazioni che come strumento automatico nei software.
Una sorta di curation automatica pravano a farla giganti come Facebook e Google, il primo cerca di personalizzarci la bacheca mixando le informazioni dei nostri like con i nostri amici, il secondo cerca di adattarci i risultati di ricerca utilizzando le informazioni sui nostri click, ma l’obiettivo è comune, indovinare i nostri gusti e mostrarci il banner giusto su cui faremo click (Google+ cerca di recuperare quella fetta di informazioni amicali che manca a Google rispetto a Facebook).
Ci sono poi apps su iPhone/iPad come Flipboard, Plizy, Zite che cercano d’aiutarci ad organizzare tutti i contenuti filtrati e trovare la strada nel marasma di informazioni che ci circondano ed esistono anche vari algoritmi “genius”, che in base alle scelte di utenti con gusti simili ai nostri ci propongono brani da ascoltare, apps da acquistare, libri e qualunque altre cosa, anche questa è in fondo una forma di “curation” automatica.
Per tornare al parallelo iniziale tra news ed mp3, la soluzione per non arrivare a “oddio! non riuscirò mai ad ascoltare tutti questi mp3!” è più semplice: scegliere qualcuno che ti consiglia. Te lo ricordi quell’amico che sapeva tutto sul punk? Quella trasmissione radio? Quel negoziante? Ecco, bisogna trovare i loro sostituti 2.0. Scegliere cioè dei canali da seguire, scegliere le riviste, le redazioni e i blog, che da sempre sono “curatori” di contenuti. Rinunciare alla libertà del voler seguire tutto e fare una scelta a monte, fatta dall’utente per la propria sanità mentale, scelta che ridà valore e senso alle redazioni e all’editoria.
Le redazioni di riviste e giornali, a loro volta, per venire incontro all’esigenza innata dell’uomo che vuole tutto, possono aggiungere ai propri contenuti un megafeed, uno spazio per proporre la propria selezione, perchè ogni redazione che pubblica 100 articoli ne ha letti e graditi molti di più. Questa superselezione dovrebbe essere resa disponibile a tutti, perchè, probabilmente, è già un contenuto di interesse per i lettori, è un feed che possono aggiungersi al proprio aggregatore.
Alla fine, se ci pensate bene, è tutto come prima (radio/musica/riviste/news), dobbiamo solo imparare a padroneggiare la possibilità di avere tutto e dobbiamo renderci conto che un giorno ha solo 24 ore.