Tutto il mondo è in lockdown e mentre riprende lentamente ad ingranare, ci rendiamo conto che non abbiamo avuto un attimo di tempo per pensare agli altri. Presi dalle nostre preoccupazioni, dai nostri problemi e dalle difficoltà, non abbiamo avuto un secondo per ricordarci che il mondo andava avanti con le sue ingiustizie, le sue discriminazioni, le sue violenze, le sue miserie e la sua povertà, la sua estrema povertà.
In alcuni luoghi del mondo l’emergenza coronavirus si è andata sommando a un’infinità di altri problemi già esistenti, tra cui quelli igienico-sanitari. In un momento in cui in tutto il mondo riecheggia la formula del distanziamento sociale, in alcuni luoghi le persone vivono in baracche di lamiera, distanti anche meno di un metro l’una da l’altra, senza la minima possibilità di igienizzare l’ambiente e con la difficoltà di fornire acqua corrente per potersi lavare le mani.
Tra le baraccopoli di tutto il mondo, anche nelle township di Città del Capo il distanziamento sociale ha un impatto estremamente diverso dalle altre città e il pericolo di un contagio senza controllo è più che mai reale. L’epidemia da coronavirus non si sovrappone solo al sovraffollamento, alla mancanza di acqua, all’impossibilità di istituire norme igieniche e ad altri problemi, ma si sovrappone anche all’epidemia di HIV, che in Sudafrica ha il più altro profilo al mondo, con circa 7,7 milioni di persone contagiate. Inutile immaginare la quantità di persone immunodepresse per le quali il contagio da coronavirus potrebbe essere fatale.
L’associazione benefica irlandese Mellon Educate,che da anni opera nelle zone più povere e disagiate della città costruendo case, scuole, fornendo adeguati piani scolastici e materiali per le strutture scolastiche già esistenti nelle township sudafricane, ha lanciato una raccolta fondi. Si chiama “Sharing is caring“, una catena di aiuti per fornire assistenza diretta agli abitanti delle township, fornendo cibo, medicinali, mascherine e altri dispositivi di protezione agli abitanti delle zone più povere di Città del Capo.
La raccolta fondi organizzata da Mellon Educate può davvero impedire che questa epidemia si trasformi in una vera e propria strage senza precedenti e con un piccolo contributo monetario si potrà dare un aiuto concreto a delle persone che si trovano completamente indifese di fronte ad una pandemia globale di questo tipo. Una piccola donazione può veramente fare la differenza: con un contributo 20 € si può acquistare cibo per un intero mese per una famiglia di 6/9 persone.
“In un periodo storico in cui tutti stiamo attraversando difficoltà di vario tipo, tutti i nostri problemi meritano attenzione ed aiuto. Ma è anche giusto non dimenticarsi mai di chi è estremamente più bisognoso di noi e che può essere aiutato con una piccola donazione“
Partecipa alla raccolta fondi “Sharing is caring” di Mellon Educate QUI.