“Ci mettiamo tanta buona volontà”. È questa frase di Alberto Zaccheroni il miglior riassunto possibile della situazione attuale della Nazionale italiana di calcio e dei suoi telecronisti RAI. Cinque parole pronunciate intorno alla metà del secondo tempo di Albania-Italia, per descrivere l’ennesima corsa di Eder, terminata con uno scarico sbagliato verso un compagno.
#AlbaniaItalia 🇦🇱🇮🇹 (20.45, Tv #RaiUno)
Gli 11 #AZZURRI 💙 in campo!#EuropeanQualifiers #WC2018 #Nazionale #AlbIta #VivoAzzurro pic.twitter.com/gVAuIvqmIg— Nazionale Italiana (@Vivo_Azzurro) 9 ottobre 2017
Albania-Italia è stata l’ultima partita dell’Italia all’interno delle qualificazioni ai prossimi Mondiali, previsti in Russia nel 2018. Siamo arrivati ad Albania-Italia con due certezze: la certezza di non poter raggiungere la Spagna in testa alla classifica del nostro gruppo e la certezza di partecipare agli spareggi di novembre con le altre migliori seconde per giocarsi il posto al Mondiale. L’ultima volta che l’Italia non si è qualificata direttamente ai Mondiali, ma è dovuta passare dai playoff è stato nel 1997, quando dovette battere la Russia per poter partecipare ai Mondiale di Francia 1998.
Non accadeva, quindi, da vent’anni, ma non è questo il problema: in questi stessi vent’anni, infatti, hanno dovuto passare dai playoff nazionali come la Spagna, la Germania o la Francia (due volte). Questioni di sorteggio, insomma: se nel tuo gruppo di qualificazione c’è una nazione molto forte (come la Spagna in questo caso), i playoff sono una prospettiva comprensibile. Del resto, l’ha detto anche il ct Giampiero Ventura a fine partita: raggiungere i playoff come testa di serie era l’obiettivo più realistico fin dall’inizio ed è stato raggiunto.
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— Nazionale Italiana (@Vivo_Azzurro) 10 ottobre 2017
Tutto ok, quindi? Eh no, per niente. L’Italia vista nelle ultime partite è una squadraccia che prova a correre da una parte all’altra, senza un’idea di gioco. Grosse responsabilità del tecnico, ovviamente, ma anche la consapevolezza che il materiale che Ventura ha a disposizione non è dei migliori: nella serata di ieri, per dire, partivano titolari Eder, Gagliardini e Candreva, tre giocatori dell’Inter che nel loro club non scendono in campo con regolarità dal primo minuto.
In sostanza, anche per infortuni e indisponibilità, l’Italia non è riuscita a schierare 11 giocatori che siano titolari inamovibili nelle proprie squadre. Meglio non parlare, poi, di stelle, di campioni. La conclusione è quella di essere di fronte a tanta mediocrità. E quando si è in questa situazione, l’unica cosa che si possa fare è mettere “tanta buona volontà”, per tornare alla frase di apertura.
Gol tunggal Antonio Candreva memberi kemenangan 1-0 kepada Itali#ALBITA #WCQ2018 pic.twitter.com/e16LOmYNBf
— FlashScore.com.my (@FlashScore_MY) 10 ottobre 2017
Tutto lineare, non fosse che questa situazione non passa assolutamente dai commenti dei giornalisti al seguito della Nazionale. Per tutta la durata delle partite contro Macedonia e Albania, il telecronista RAI Alberto Rimedio e il commentatore tecnico Alberto Zaccheroni non hanno mai avuto la forza di muovere critiche precise e chiare a quanto stavano vedendo sul campo. Al contrario, il loro unico obiettivo era quello di sottolineare in modo sproporzionato ogni minimo tentativo di uscire dal pantano.
Arriviamo quindi di nuovo a quella “buona volontà“ elogiata da Zaccheroni, come se limitarsi a correre tanto contro l’Albania fosse comunque un merito e non un limite gigantesco. Ancora, sempre nella partita di ieri, al 63esimo minuto il centrocampista albanese Grezda ha tirato in porta, costringendo Gigi Buffon a una parata non semplice: immediatamente Rimedio e Zaccheroni l’hanno sottolineata come un miracolo, inventandosi una deviazione da parte di un difensore azzurro per provare a rendere ancora più eroica la parata del portiere.
Gigi Buffon. 💪 #ALBITA pic.twitter.com/owjWAMDBHX
— Forza Juventus (@ForzaJuve2017) 10 ottobre 2017
Giusto due esempi, ma ce ne potrebbero essere tanti: l’impressione è che più che in un commento giornalistico, Rimedio e Zaccheroni si siano specializzati in una sorta di training psicologico, come se il loro compito non fosse analizzare a valutare quello che succede in campo, ma sostenere gli sforzi degli Azzurri. Attenzione: non si tratta di un approccio da tifoso, già sperimentato in tante telecronache, perché il tifoso è viscerale, sa esaltarsi come infuriarsi. Il motivatore, invece, per contratto non può deprimersi, deve sempre e solo guardare l’aspetto positivo della situazione, anche quando stai sbagliando tutto lo sbagliabile contro l’Albania. In questo momento, quindi, c’è solo una cosa peggiore della situazione della Nazionale italiana ed è la telecronaca della Nazionale italiana sulla RAI.