Il Natale ormai è alle porte e con lui tutta quella serie di cene e aperitivi per salutare colleghi e amici prima di chiudersi in famiglia e mettersi all’ingrasso. Il problema di queste occasioni è che spesso si finisce a parlare sempre delle stesse cose. Se siete stanchi di addentrarvi nell’ennesimo discorso politico o di attaccare l’ultimo maglione di Natale brutto, perché allora non parlare proprio del Natale, ma quello vero, nel senso più accademico e storico del termine.
Emanuele Gironi, archeologo e ricercatore che gestisce la pagina Facebook ArcheoCafè, ci dà qualche dritta per fare bella figura durante le feste partendo dalla domanda più gettonata di tutte.
Babbo Natale l’ha davvero inventato la Coca Cola?
Per certi versi è vero, Babbo Natale è un’invenzione della Coca Cola: prima del 1931 Santa Claus veniva rappresentato in centinaia di modi diversi, spesso con abiti bizzarri dai colori sgargianti (dal verde acceso al blu notte), ma già dall’inizio del ventesimo secolo l’uomo più ricercato del mondo comincia ad avere quelle caratteristiche che conosciamo tutti. Nel 1923, quattro anni prima che la Coca Cola lo introducesse in una campagna pubblicitaria, il New York Times descriveva Santa Claus così: “Un Babbo Natale standardizzato appare ai bambini. Altezza, peso, statura, sono ormai standard in modo preciso, come i vestiti rossi, il cappuccio e la barbona bianca. Il sacco pieno di giocattoli, le guancione e il naso rosso, le ciglia cespugliose e l’effetto panciuto sono parti inevitabili per un make up perfetto”.
Ma allora cosa centra la Coca Cola? La famosa società americana ha contribuito in maniera evidente a rafforzare questa immagine grazie alla diffusione commerciale dei disegni di Haddon Sundblom che, in pochissimo tempo, inondarono riviste come Ladies Home Journal, National Geographic, The New Yorker e altre. Il nuovo Babbo Natale era più vecchio ed era ispirato ad un venditore in pensione, sorridente e dalla folta barba bianca. Da quel momento in poi, nessuno riuscì a cambiare questo modello e Babbo Natale è rimasto il panciuto signore anziano che si cala dal camino ogni notte del 24 dicembre.
Babbo Natale in realtà è San Nicola?
La tradizione che vede Babbo Natale come portatore di doni è diventata una nostra tradizione abbastanza recentemente. Fino a pochi secoli fa i bambini non si aspettavano i regali da lui, ma da San Nicolò, il cui arrivo era previsto per la sera del 5 dicembre, vigilia della festa di San Nicola. Quest’ultimo era un vescovo vissuto in Asia Minore nel VI secolo d.C., patrono dei fanciulli, degli studiosi, delle vergini, dei mercanti e dei marinai e, appunto, portatore di doni. La festa di San Nicola è stata sempre celebrata il 6 dicembre, ma dopo la Riforma, i protestanti tedeschi vollero attribuire a Gesù Bambino il ruolo di portatore di doni e fecero scivolare la data al 25 dicembre. La figura del Bambinello e del santo portatore di doni finirono per fondersi, così che San Nicola divenne il personaggio che oggi noi riconosciamo come Babbo Natale e che nei Paesi nordici ed anglosassoni è chiamato Santa Claus.
Gesù è nato veramente il 25 dicembre?
I Vangeli non fanno alcun riferimento né al mese, né al giorno di nascita di Gesù. Ma allora perché proprio il 25 dicembre? Non era meglio scegliere una data più calda e magari sorseggiare spumante ghiacciato davanti una spiaggia? Il 25 dicembre era un giorno importante per i pagani. Questa data corrispondeva con il Solstizio Invernale ed era il giorno in cui gli adoratori di Mitra celebravano il Dies Natalis Solis Invicti. Simbolicamente questo evento astronomico rappresentava il momento in cui il Sole, arrivato nel punto limite della lotta tra luce e tenebra diveniva “invicto”, cioè invincibile, e riprende vigore attraverso un nuovo “natale”, una nuova rinascita: “Il Natale del Sole invincibile”.
Chi ha inventato il presepe?
Il primo presepe venne realizzato da San Francesco d’Assisi nel 1223, ma siamo sicuri che i meriti di questa tradizione siano tutti suoi? Furono i romani per primi a collocare le statuette degli antenati defunti (lares familiares) in un piccolo ambiente bucolico in miniatura. La data era quella del 20 dicembre, la festa era detta Sigillaria e corrispondeva pressappoco con il Solstizio d’Inverno.
Chi sono in realtà i Re Magi?
Il termine Epifania deriva dal greco “Epifaneia”, cioè “manifestazione”, “illuminazione” e si riferisce al primo manifestarsi dell’umanità e divinità di Gesù Cristo ai Re Magi, dieci giorni dopo la sua nascita. Questi personaggi vengono nominati nel Vangelo di Matteo e nel Vangelo armeno dell’infanzia (apocrifo). In particolare, quest’ultimo fornisce informazioni sul numero e il nome di questi sapienti orientali facendo il nome di tre sacerdoti persiani: Melkon, Gaspar e Balthasar. In realtà molti studiosi sostengono che i Re Magi rappresenterebbero le tre popolazioni del mondo allora conosciuto – Europa, Asia e Africa – infatti sarebbero un persiano che reca oro in dono, un arabo meridionale che offre l’incenso ed un etiope che con sé porta la mirra.
Che c’entra la Befana con con l’Epifania?
In realtà la Befana – il cui nome appare già dal XV secolo e deriverebbe dalla corruzione della parola Epifania e strettamente connessa alla venuta dei Re Magi – ha un’antica storia che si perde nella notte dei tempi. Tradizionalmente si ipotizza che tale personaggio vada associato a usi e consuetudini legati al calendario agrario. In origine Befana avrebbe indicato il fantoccio da esporre nel corso della dodicesima notte trascorsa dopo il giorno del Sol Invictus, a testimoniare la fine del delicato periodo di passaggio seguito al solstizio invernale e l’inizio ufficiale del nuovo corso solare ed annuale.
Lo sapevi che il capodanno è una festività romana?
Nel VII secolo i pagani delle Fiandre, seguaci dei druidi, avevano il costume di festeggiare il passaggio al nuovo anno. Per i babilonesi, il nuovo anno cominciava con la rinascita della Terra, cioè con la primavera. Ma allora come si è arrivati a festeggiare il Capodanno in inverno inoltrato, il primo di Gennaio? Il Capodanno risale alla festa del dio romano Giano. Giano (latino: Ianus) è il dio degli inizi, materiali e immateriali, ed è una delle divinità più antiche e più importanti della religione romana, latina e italica. Fu Giulio Cesare, nel 46 a.C., a creare quello che ancora oggi è conosciuto come il calendario Giuliano, che stabiliva l’inizio dell’anno per il primo di gennaio.
Perché mangiamo lenticchie e cotechino e facciamo i botti a Capodanno?
La tradizione di mangiare lenticchie ha origine dall’antica usanza romana di regalare una “scarsella”, ovvero una borsa di cuoio, legata alla cintura e contenente lenticchie, con l’augurio che si trasformassero in monete sonanti. Il nome lenticchia, infatti, deriva dalla particolare forma a lente di questi legumi, che ricorda quella di una moneta. Anche i “botti” di Capodanno sono la manifestazione della volontà di allontanare le forze del male e gli spiriti maligni che si scatenano in un momento di passaggio dal vecchio al nuovo anno, dalla fine all’inizio del tempo.