“Bambini, se fate i buoni, arriva Babbo Natale e vi fa tanti regali, se invece fate i cattivi vi porta il carbone!”
Già con questo piccolo ricatto, non è che si crescesse bene. Il pensiero che la notte del 24 dicembre arrivasse il grassone vegliardo, di rosso vestito con il suo corbello di regali e che al momento opportuno, dopo un giudizio estremamente severo, optasse per regalarci in strenna una balla di inutile e sudicio carbone, ci mandava ai matti. Cioè, le opzioni per quanto riguarda il dono di una fonte di energia, potevano essere scelte con più criterio: una tanica di benzina la si accetta sempre volentieri, il rame va a ruba anche nelle ferrovie, un’ampolla di gas butano qualche cosa ci fai, ma il carbone, è inutile anche nelle stufe a pellet.
Questa digressione serve per arrivare al punto: Babbo Natale può essere un gran figlio della melma. Lo sapevano bene a cavallo tra l’Ottocento ed il Novecento, quando nelle cartoline natalizie, raffiguravano l’obeso proprio come meritava: come un bastardo vizioso, subdolo ed incline alla malevolenza.
Quelli che seguono sono fulgide rappresentazioni della tesi di cui sopra:
FONTE | vintag.es
Il sinistro anziano appare alle spalle di una bambina morta per lo spavento e tenta di rianimarla con un set di gnomi dallo sguardo fisso, anch’essi portatori di malocchio. (circa 1880)
L’ubriacone gira di casa in casa donando strenne tolte di rapina ai sacchi della Caritas, chiedendo di ritorno solo una mezza bottiglia di amarone da tracannare fino al collasso. (circa 1880)
Il viscido entra dal camino per procurare piacere non gradito alla famiglia che abita legalmente l’alloggio e con la mano indica a cosa ci dobbiamo attaccare nel caso ritenessimo questa sua pratica sgradevole. (circa 1885)
Il deforme urla frasi di giubilo ai bambini festanti, traendoli in inganno con l’irresistibile albero di Natale recante tra le altre, la bandiera della Svizzera, o forse della Danimarca, insieme a quella dell’Atletico Madrid. (circa 1880)
Il malevolo si veste come un satanista da operetta e reca con sé un filamento sospetto, probabilmente un messaggio in codice per i massoni al gabbio. (circa 1890)
Il sudicio pedofilo esce da un quadro, come nel peggior incubo di Laura Palmer, pronto a far passare all’ignara fanciulla il peggior momento della propria vita. (circa 1905)
Lo schifoso con la faccia lombrosamente sinistra, di ritorno da una rapina in villa, cerca di smaltire il bottino in paese, improvvisando un mercatino davanti agli abitanti collusi e concussi non prima dell’inchino davanti alla casa del boss. (circa 1910)
L’assassino non vuole noie, tu gli hai chiesto un regalo e lui ti spara in bocca, così impari a rompere i coglioni. (circa 1912)
Burzum nella copertina dell’edizione variant di “Filosofem” (circa 1897)
Gandalf, dopo aver aiutato Frodo a sbarazzarsi dell’anello, ha perso il lavoro e sovente appare la notte della vigilia di Natale, giusto in tempo per vendicarsi con gli umani, regalando loro potentissime magie nere in grado di mandare in merda non solo il Buon Natale, ma anche il Felice Anno Nuovo. (circa 1890)