Avremo anche vinto quattro mondiali di calcio. Saremo anche stati ai vertici della pallavolo mondiale per tantissimi anni (maledette olimpiadi, maledetto Brasile). Avremo dominato pure la scherma olimpica degli ultimi decenni. Ma se si parla di atletica leggera (marcia esclusa), la faccenda cambia radicalmente. E se si parla di record del mondo, peggio ancora. Un nome: Sara Simeoni, la prima ad andare oltre la quota di due metri, mettendo a verbale un doppio 2,01 nell’agosto 1978. E poi lui, Pietro Mennea. Perché si può arrivare a immaginare un record del mondo italiano in una disciplina tecnica come il salto in alto, ma tutt’altro discorso è un record del mondo italiano in una disciplina di corsa. Una disciplina nobilissima, poi, come i 200 metri. Ancora: passi l’oro olimpico di Mosca 1980, boicottati dagli americani e quindi senza la prima potenza sportiva del tempo. Ma un record del mondo non è discutibile. E Pietro Mennea è entrato nella storia il 12 settembre 1979 a Città del Messico, quando ha fermato il cronometro a 19,72. Record del mondo, uno dei più longevi della storia dell’atletica, battuto solo dal fenomeno Michael Johnson quasi vent’anni dopo. Pietro Mennea è morto oggi a Roma all’età di 61 anni, dopo una lunga malattia. Questo è il suo record del mondo.
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