Sta girando da tanti giorni, ma finora abbiamo fatto finta di niente, ci siamo crogiolati nel torpore post-vacanziero. Stiamo parlando di quella favoletta che gira sui social e che dice più o meno così: se gli stati europei avessero partecipato alle Olimpiadi tutte insieme, avremmo stravinto, surclassando gli Stati Uniti.
Una favola, appunto, perché si tratta di pura fantascienza, ma che è arrivata incomprensibilmente fino all’home page di Repubblica. Va bene le immagini sui social network e i tweet propagandistici del Parlamento Europeo, come quelli raccolti da Dietnam su Medium, ma uno dei principali quotidiani forse è un po’ troppo.
E allora andiamo con ordine, partendo però dal presupposto che il medagliere dell’Unione Europea è una puttanata senza se e senza ma. Secondo i teorici della squadra unica, l’Unione Europea avrebbe conquistato 325 medaglie, quasi il triplo delle 121 portate a casa dagli Stati Uniti. Il messaggio, insomma, sarebbe: together we win. Se stiamo uniti, il mondo è nostro.
Un messaggio molto bello, che si basa però su una sciocchezza clamorosa, perché sommare le medaglie europee come se fossero di un’unica squadra è un errore. Le Olimpiadi non sono una gara aperta a cui chiunque può iscriversi: ogni Nazione ha tre posti per le gare individuali e -ovviamente- uno per le gare a squadre. Per soddisfare i requisiti delle gare individuali, in vista delle Olimpiadi (ma anche dei mondiali di ciascuna disciplina), ogni nazione effettua delle selezioni. In molti paesi si limitano a scegliere gli atleti che hanno fatto registrare i risultati migliori durante l’anno, in alcuni invece si tengono delle vere e proprie selezioni. È il caso degli Stati Uniti, dove la scelta viene effettuata attraverso i mitici trial, selezioni durissime che spesso hanno lasciato a casa nomi illustri. Così capita che ai blocchi di partenza di una gara di atletica ci possa essere il velocista di una nazione sperduta, che verrà eliminato alla prima batteria e che nella vita non riuscirà mai nemmeno ad avvicinarsi al tempo di uno degli scartati ai trials statunitensi. Il risultato di queste selezioni fa sì che gli Stati Uniti abbiano portato alle Olimpiadi di Rio 552 atleti, tra gare individuali e di squadra. Ripetiamo: 552 atleti perché non potevano portarne di più. 552 atleti che hanno conquistato 121 medaglie.
Passiamo adesso alla super squadra dell’Unione Europea. Sommando gli atleti delle 27 nazioni europee, arriviamo al ragguardevole numero di 3428, ovvero sette volte tanto quelli degli Stati Uniti. Facendo un primo esempio per semplificare, se parlassimo di calcio significherebbe una partita in cui una squadra di 11 giocatori (gli USA) ha sfidato una squadra di 70 giocatori (l’Unione Europea). Restando alle Olimpiadi, facciamo un altro giochino e guardiamo la classifica finale della gara del salto in alto femminile, in cui l’intero podio è stato conquistato da atlete europee. L’oro è andato alla spagnola Ruth Beitia, l’argento alla bulgara Mirela Demireva e il bronzo alla croata Blanka Vlasic. Se ci fosse stata la super-squadra europea, Demireva e Vlasic sarebbero rimaste a casa: guardando i migliori risultati dell’anno, infatti, a Rio sarebbero andate la tedesca Marie-Laurence Jungfleisch e la polacca Camila Licwinko, finite rispettivamente settima e nona. Il podio olimpico, insomma, avrebbe visto la vittoria di Beitia, davanti alla statunitense Chaunté Lowe e a Levern Spencer di Saint Lucia. Nel salto in alto femminile, quindi, la squadra dell’Unione Europea avrebbe portato a casa una medaglia al posto delle tre effettivamente conquistate.
Ed è solo il primo esempio, perché lo stesso discorso andrebbe fatto su tutte le gare individuali non solo di atletica, ma di qualsiasi disciplina. Da una partecipazione compatta dell’Unione Europea guadagnerebbero senz’altro le squadre, che sarebbero dei dream team in ogni sport, ma anche in quel caso la possibilità di vincere medaglie scenderebbe, perché le nazioni europee ovviamente potrebbero vincerne solo una. Magari d’oro, ma una, quindi anche in questo senso il conto di Repubblica & friends va a farsi benedire.
Perché altrimenti, proseguendo su quella logica e guardando il mondiali di calcio del 2014, potremmo dire che all’Unione Europea è andata veramente di lusso: abbiamo vinto oro e bronzo. Contemporaneamente.