Informazione, arte, tecnologia, sogni, web, musica, futuro, cinema, geek, follia: vieni a scoprire cosa hanno in comune nel nostro remix quotidiano di notizie.
Ah, la masturbazione, che momento di completa gioia. Non ha controindicazioni e come diceva Woody Allen, è sesso con qualcuno che si ama. Basta avere un pensiero erotico in testa e un po’ di testosterone in circolo, non serve altro.
È un modo per rilassarsi e per rigenerarsi, oppure per addormentarsi come sassi quando siamo nervosi. Insomma, non è quel gran peccato. Se ogni tanto la si coadiuva anche con del sesso vero, con partner reali, allora diventa un’ottima palestra.
La masturbazione maschile spesso viene appellata con nomignoli diversi, a seconda del paese in cui ti trovi. Si va da quelli surreali a quelli volgari, ma alla fine fanno tutti abbastanza ridere, specie nelle infografiche che vi mostriamo qui sotto.
Un nuovo modo per imparare le lingue, non sia mai che vi troviate in Estonia con una voglia pazza di menare il can per l’aia.
La metafora del salame si capisce abbastanza bene, la cera invece ci lascia un po’ stupiti, giacché sarebbe più corretto incerare una zampa di tavolino, che comunque la sua metafora la fa lo stesso.
Che esosi in Romania, danno un sacco d’importanza al loro mini me, al punto da chiamarlo Presidente, a cui dare una forte stretta di mano.
Questa è semplicemente eccezionale: il pene viene visto come il nemico da colpire sull’elmetto per tramortirlo, e quale miglior nemico per un polacco di un tedesco? Inquietantissima.
Il fagotto ha già una forma decisamente falloide, pensate poi se fosse costruito in pelle umana, ai che goduria suonarlo?
Come scusa? Se in Russia capita di masturbarsi, si dice agli amici che si va a dare un saluto al disoccupato? Un po’ contorto ma in effetti torna, come descrizione del pene in quel momento non produttivo.
I giapponesi sono sempre dei signori anche quando si tratta di masturbarsi. A casa loro, lo chiamano darsi un migliaio di strofinate, di carezze, insomma, una cosa che fa sembrare l’atto anche poetico.
Agghiacciante. I messicani sono i più splatter con questa roba di dover fare un salasso alla vena principale. No, niente masturbazione in Messico per noi.
Un po’ di sana religione anti gioia in Estonia, paese in cui, se vai a masturbarti, vai in realtà a commettere il peccato di mano e verrai giudicato da Dio. Wow, che impiccione.
In Norvegia col salmone si fa tutto e ok, ma anche quello speravamo proprio di no. Invece, come dei novelli napoletani che lo chiamano ‘o pesce, i norvegesi si trastullano il salmone.
Telefonatissima interpretazione francese, che per fare quella cosa lì, tirano in ballo la mungitura della mucca. Fin troppo didascalica.
Che dire degli indiani che la buttano sul misticismo? I palmi sono Dio e quindi in quel momento stiamo facendo cosa scusa? ma non è una bestemmia?
Quanta poesia in Tailandia, loro tengono strette le corde dell’aquilone, quando si vanno a masturbare. OK.
Ungheresi, popolo di musicisti. Sarà per quello, o per la mossa tipica dell’archetto sulle corde, che paragonano l’azione di autosesso al suonare il violino.
I danesi sono i più pazzi al mondo. Per loro, il pene diventa un ciclope, per via dell’occhio solo e fin qui ci arriviamo, ma perché doverlo picchiare? Forse stavamo meglio in Giappone.
Eccoci. C’è da dire che non vinciamo di sicuro il campionato di finezza, con la nostra azione da boscaioli impenitenti, in ogni caso la chiamiamo tutti così.