Informazione, arte, tecnologia, sogni, web, musica, futuro, cinema, geek, follia: vieni a scoprire cosa hanno in comune nel nostro remix quotidiano di notizie.
Quando decidete di lodare gli anni ’80, ricordatevi che durante quel decennio ci sono stati dei veri e propri attentati alla decenza, che sono passati fin troppo sotto silenzio. Stavolta non parliamo delle acconciature giusto perché ne abbiamo già parlato a sufficienza in passato.
È il momento di trattare uno degli argomenti più malevoli e orribili di quegli anni, i maglioni di lana fatti a mano con dei motivi allucinanti sopra. Quelli che venivano fatti dalle mamme o dalle nonne seguendo attentamente i pattern dai giornaletti tematici in edicola, o ancora peggio in abbonamento.
Esiste un Tumblr chiamato Wit Knits che raccoglie quei funesti modelli coi loro bravi maglioni di merda, ad uso e consumo degli utenti di internet, come monito per le nuove generazioni.
Il passato non deve ripetersi: salva una pecora, non creare per nessun motivo orribili maglioni fantasia.
La donna gatto, felice di sfoggiare la sua vera passione, che non sono i gatti bensì la permanente fotonica.
A parte il maglione col gatto che punta il topo nella tasca, ma quei capelli erano veri o un sapiente fotomontaggio ludico?
Se vuoi essere un uomo di un certo vigore, perché non portarti in giro con un maglione con un orsetto?
Altro giro, altro uomo vigoroso insieme al suo cagnolino con fiocchino al collo.
La signora è borghese e adora il golf. La camicia esprime borghesia, il golf invece raffigura uno che gioca a golf.
Dio santo, può esistere una cosa più orribile del maglione lui – lei coi tucani che interagiscono?
Occhio che arriva la battuta: è un maglione di Cavalli.
Da lontano pensavo fosse una wrestler dell’epoca. Da vicino lo penso ancora.
Un uovo sul costato, una gallina sulla manica. Tutto concorre a fare di questo signore un perdente nella vita.
La signora ama il gelato e se non si fosse capito dal maglione lo reca anche in mano.
Non è tant il maglione con la scritta JAZZ, che comunque brucia le retine quanto la posa della modella, che a un concerto jazz di certo non è mai andata.
Un bambino felice di farsi rovinare per sempre la reputazione da un tenero maglione canino.
Vai in un bar per single con questo maglione e torni via con più concubine del povero Gheddafi.
Cane e acconciatura hanno lo stesso parrucchiere.
Maglione nero, dark, bello. Allora per quale motivo metterci sopra un maiale alato?
Pappagallini. Basta la parola.
Bello questo sacco della spazzatura giallo.
Lui è un idolo vero e nessuno può toccarlo.
Un cavallo, una tromba, un continuo doppio senso.
La signora ha un cuore grande.
Cos’ha sul maglione? Un clown assassino? Una pantera strabica?
Il trenino dell’amore fa ciuf ciuf.
Altro idolo epocale: felpa con la banana, ananas in mano, espressione di rara letizia.
Gli aviatori, è noto, si vestono tutti così.
La signora vorrebbe suonare la chitarra ma la brandisce come un basso e in ogni caso la chitarra non è vera.
Gallina.
Un leone fatto da mani inesperte che fa grrr. Maschio alpha 1980.
Il bambino, una volta grande, avrà speso tutto il patrimonio di famiglia dallo psichiatra.
Santo cielo! Uno dei più grandi miti dell’occidente. Non il signore garrulo ma il maglione senza maniche recante una rana.
Esiste cosa più brutta delle magliette con le frasi scritte sopra? Sì, i maglioni. “Sono un lusso che non ti puoi permettere”, recita lo stolto, ma forse parlava di un adeguato parrucchiere.