Avrete sicuramente presente la scena di Lost In Translation – il film del 2003 di Sofia Coppola – dove il grandissimo Bill Murray è ingaggiato per girare a Tokyo una pubblicità del noto whisky Suntory. È una piccola citazione che Sofia ha fatto ad un altro spot il cui protagonista era suo papà, Francis Ford Coppola.
http://www.youtube.com/watch?v=v-A2EH0vyd4
Si tratta di una pubblicità girata nel 1979, appunto per Suntory, uno dei più antichi e rinomati brand di whisky giapponesi. Il protagonista dello spot in realtà è il famosissimo regista Akira Kurosawa ma, in due delle cinque versioni in cui stato girato, lo si vede sorseggiare il costoso liquore insieme al suo amico e collega Francis Ford.
I due sono sul set di Kagemusha – L’ombra del guerriero, il film di Kurosawa del 1980. Francis Ford passa per una visita di cortesia e, dopo una giornata piena di samurai a cavallo, violenze a combattimenti, i registi si trovano a farsi un cicchetto mentre il claim sottolinea trionfale: “Non c’è amicizia più forte di quella tra questi due uomini”.
Se vi state domandando qual è stato il motivo che ha spinto due monumenti così importanti del cinema mondiale a fare una campagna pubblicitaria, la risposta è fin troppo scontata: i soldi. Pare che il regista giapponese stesse affrontando un brutto periodo, i suoi due film precedenti, Dodeskaden e Dersu Uzala, erano stati dei flop clamorosi e lo stesso Kagemusha era a rischio di cancellazione.
Coppola si era interessato personalmente per aiutarlo, prima convincendo la 20th Century Fox a investire nella pellicola, e poi coinvolgendolo nello spot di Suntory. Da questa pubblicità Kurosawa guadagnò 30,000 dollari mentre al regista americano non arrivò nemmeno un centesimo.
Ritornando a Lost In Translation, tra lo spot girato nel 1979 e quello finto del 2003 con Bill Murray non c’è alcun cenno di somiglianza: niente samurai, niente cavalli, c’è solo un distinto signore in smoking che beve whisky. È molto probabile che sia solo un tenero omaggio della regista per ricordare il bel gesto del padre.
FONTE | openculture.com