Society
di Marco Villa 10 Marzo 2014

Anche Andy Warhol e Madonna vennero rifiutati: chi mandò queste lettere si sarà pentito amaramente

Andy Warhol, Madonna, gli U2 e molti altri: le lettere di rifiuto ricevute da persone diventate delle star

C’è una qualità che possiedi o non possiedi, senza vie di mezzo. Si chiama lungimiranza e dovrebbe essere una dote posseduta in gran quantità da chi deve valutare il talento, pensando ovviamente in prospettiva: non importa che si tratti di cantanti, calciatori, attori o artisti. Il talent scout deve essere in grado di cogliere le capacità di una persona e proiettarle nel futuro, per vedere in che modo possano crescere e svilupparsi.

Il problema è quando non ci beccano: tutti commettono errori, ma se sei il responsabile del reclutamento di nuovi artisti di un’etichetta discografica e ti fai scappare sotto il naso una certa Madonna o un complessino chiamato U2… beh, è piuttosto grave. Oggi vi proponiamo una serie di lettere con cui dirigenti di scarsa lungimiranza hanno detto no a gente come Andy Warhol, Kurt Vonnegut e Tim Burton.

FONTE | distractify.com

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Gli U2 non erano adatti per l’etichetta inglese RSO

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Andy Warhol rifiutato dal MOMA (che in seguito accoglierà oltre cento opere dell’artista)

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Una cosa tipo: “La ragazza ha del talento, ma non ci siamo ancora”. Dura fare il discografico e convivere con il fatto di aver detto NO a Madonna

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Anche Kurt Vonnegut si sentì dire: “deve applicarsi di più”

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A volte è importante tornare sui propri passi: qui sopra vedete una lettera inviata a Tim Burton per riferire al futuro regista che la Disney non riteneva valido a livello commerciale un suo libro per bambini. Qualche anno dopo, però, Burton venne assunto dalla stessa Disney nel comparto dei film di animazione. Bravi ragazzi, avete visto giusto.

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Gertrude Stein respinta senza nemmeno essere degnata di una lettura… e con una lettera veramente irritante.

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Non male dire di no (infierendo pure pesantemente) a Jim Lee, attualmente ai vertici della DC Comics e personaggio di primissimo piano nel mondo del fumetto.

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La chiusura tocca a Stieg Larsson, giornalista diventato celebre con i super-bestseller che hanno formato la trilogia di Millennium e qui rifiutato dalla scuola di giornalismo di Stoccolma.

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