Lavorare da casa non è quasi mai consigliato. Per molti è una tendenza che sarà sempre più sfruttata in futuro ma le controindicazioni restano tante, per esempio è facile distrarsi o, al contrario, perdere il senso del tempo e lavorare anche oltre l’orario stabilito.
L’idea, poi, che non ci sia un vero stacco tra la propria vita privata e quella lavorativa può indurre a brutti cali d’umore (spesso vicini alla depressione).
Anche se certo qualche lato positivo c’è, anzi, ce ne sono almeno cinque.
Gli orari
Lavorare da casa vi evita di prendere metropolitane, bus, tram, ecc. L’unico tragitto da percorrere è quello tra la camera da letto ed il vostro salotto/ufficio. Pur dovendo iniziare ad un orario prestabilito, con un po’ di pratica riuscirete a ridurre al minimo i tempi necessari per la doccia, la colazione, lavarsi i denti ed il caffè. Il mio record è riuscire a fare tutto in 25 minuti netti (ma si può sempre migliorare). C’è il rischio, però, che questa corsa contro il tempo vi spinga a dedicare poca cura alla vostra igiene, con brutte ricadute sul vostro odore e sul profumo del vostro alito. Per non parlare delle carie, quello che risparmiate nei mezzi pubblici lo rimettete dal dentista.
L’abbigliamento
Sarebbe cosa buona e giusta rimanere ancorati ad una certa dignità, in realtà finirete col mettere tutte le maglie XXL che normalmente usavate solo per dormire e ritorneranno in auge i pantaloni della tuta in acetato. La cosa più importante è che finalmente direte no alla camicia “divisa omologante che ci rende tutti uguali” ma ne adotterete un’altra simile: sempre le cinque stesse magliette ogni settimana, per sempre. Se, infine, uscite poco la sera, in breve tempo vi dimenticherete che cos’è un jeans e, la prima volta che ne indosserete un paio, vi farà un effetto bruttissimo.
La musica
Avere uno stereo tutto per voi è un ottimo punto a favore di chi lavora da casa. Solitamente la qualità è ben più alta delle normali casse da computer che si trovano in ufficio e, soprattutto, non vi capiterà mai che venga qualcuno a dirvi di cambiare disco perché quella musica gli fa venire l’ansia. In più, potete sfidare i vostri vicini a chi riesce a tenere il volume più alto: la mia ha una passione per Battiato, le ho fatto capire chi comanda con l’ultimo – quintuplo – album degli Autechre.
Il cibo
Se vivete da soli, l’immagine più frequente sarà prendere la vaschetta degli affettati dal frigo e mangiarli in piedi in cucina perché siete troppo pigri per spostare il computer dal tavolo. Se invece avete una compagna premurosa che vi prepara un pasto completo, sicuramente non rimpiangerete il panino con la mortadella o il tramezzino che compravate al bar vicino all’ufficio. Più che tutto, sarete liberi dal giudizio degli altri: potrete inventarvi mesi tematici dove mangiate un unico alimento (le patatine fritte) o dare sfogo alle vostre perversioni più nascoste come mescolare la ricotta con il ketchup e mangiarla come se fosse un dessert. Ovviamente l’unica cosa che dovrete lavare, poi, saranno le mani: fregatevene delle macchie di sugo o dei baffi che sanno di senape. Che possiate ruttare liberamente è fuori discussione, ma non penso ci sia bisogno di scriverlo.
Gli insulti al capo
Sia chiaro, non è il mio caso. La redazione di Dailybest è un posto splendido e non mi passerebbe mai per la testa di inventarmi dei nomignoli buffi per i miei editor. Ma se avete il capo stronzo potete dare sfogo a tutta la vostra rabbia e urlargli contro mentre in chat, invece, sembrate calmi come monaci buddisti. Potrete prendere la sua foto e giocarci a freccette – un classico – oppure photoshopparla nei modi più divertenti. Potreste fare anche delle locandine finte dove lo fate passare per un vecchio che si è perso, tanto abitate in un’altra città e non potrà mai venirlo a sapere. Occhio solo a quando lo prendete in giro con altri colleghi sulle varie chat, è un attimo sbagliarsi e inviare tutti i messaggi al diretto interessato.
Un ultimo consiglio: attenti a non dimenticarsi la telecamera accesa su Skype, potrebbe capitare che vi vedano a petto nudo e, il più delle volte, non è mai un bello spettacolo.