#10
Al decimo posto si piazza di diritto il cerchietto da renna.
Beh, non so voi, ma noi ci proviamo a essere più buoni a Natale. Almeno, vorremmo provarci, poi però ci imbattiamo in un deficiente con le orecchie da renna in testa e la voglia di prenderlo a sprangate in faccia abbatte tutti i paletti di buoni propositi diligentemente eretti in vista delle festività. Amen.
#9
Al nono posto troviamo il puntale.
Qualunque forma abbia non importa: tu lo piazzi lassù in cima e qualsiasi albero di Natale diventa immediatamente sbilenco, deforme o nel migliore dei casi disperatamente inclinato da un lato .
Non a caso l’espressione che usiamo quando vogliamo dire che è una cosa si è conclusa alla perfezione è “la ciliegina sulla torta”. Il fatto che non si sia mai sentita la versione “è il puntale sull’albero” dovrebbe quantomeno darci da pensare.
#8
In ottava posizione il festone – boa constrictor.
Pur nella sua incredibile bruttezza, è forse l’unico addobbo socialmente utile: il festone è lì, pronto per essere utilizzato come cappio per l’impiccagione di chi volesse porre fine alle sofferenze causate dalla reunion di famiglia, magari giusto un attimo prima che qualcuno ponga la fatidica domanda: “cosa fai a Capodanno?”
#7
Il settimo posto spetta alle candele centrotavola.
Scordatevi le normali, innocue candele con cui siamo abituati ad avere a che fare nella vita di tutti i giorni, no, questi ornamenti natalizi hanno piuttosto la forma e la consistenza di candelotti di dinamite vestiti a festa. Forse perché è proprio quella la missione cui dovrebbero ottemperare: esplodere nel momento esatto in cui il più piccolo della famiglia si accinge a declamare la poesia di Natale.
#6
Il sesto posto lo conquistano gli oggetti natalizi della Thun, che tanto vanno di moda in questi ultimi anni.
Credevate di essere immuni al cattivo gusto natalizio solo perché invece di acquistare decorazioni glitterate da Kim JungGi il cinese vi recate in un negozio nel quartiere più figo della città e pagate l’esorbitante cifra dovuta con la vostra American Express? Oh, vi sbagliavate, vi sbagliavate di grosso.
#5
Al quinto posto c’è una delle figure più complesse e discusse del presepe, ovviamente subito dopo il bue e l’asinello: il pastorello dormiente Benino.
La leggenda vuole che Benino sogni quello stesso presepe in cui sta dormendo, e che se lo si svegliasse il presepe di colpo sparirebbe. Beh, che state aspettando?
#4
La quarta posizione è per la Stella di Natale (Euphorbia pulcherrima)
.
Un fiore che è snobbato per 350 giorni l’anno – e un motivo ci sarà – e che si prende la sua rivincita giusto quei 20 giorni di dicembre per poi tornare nell’ombra delle serre abusive a covare rancore verso il genere umano. E sì, è un fiore oggettivamente brutto, ma riempirlo di strass e glitter non migliorerà la situazione. Tutt’al più la peggiorerà.
#3
La Neve Finta conquista il podio.
Beh, perché no? Forza, è Natale, spruzziamola un po’ ovunque. Sulla capannina di Gesù Bambino – in barba a qualsiasi rigore filologico visto che a Betlemme la neve non s’è mai vista – sui rami dell’albero di Natale, sulle palle che infestano l’albero di Natale, sulla tavola imbandita, sul pandoro al cioccolato, sugli occhiali del nonno, sul nonno.
#2
Ad un passo dal primo posto, troviamo gli addobbi natalizi fai da te.
Perché se c’è una cosa peggiore degli addobbi natalizi, ci sono solo gli addobbi natalizi fai da te. Tra l’altro, a noi 12 ore di lavoro consecutive per produrre 6 palline all’uncinetto da appendere all’albero sembrano più un castigo divino che un modo piacevole di farsi avvincere dallo spirito del Natale, però sono punti di vista. Per esempio siamo sicuri che i minatori del Sulcis la penserebbero diversamente.
#1
Gli indiscussi re della classifica sono loro, gli inquietanti Babbi Natale Rampicanti.
Molti studiosi sono concordi nell’affermare che quando Freud scriveva del perturbante “che si sviluppa quando una cosa […] viene avvertita come familiare ed estranea allo stesso tempo cagionando generica angoscia unita ad una spiacevole sensazione di confusione ed estraneità” si riferiva a loro, a questi omuncoli dalle gambe pendule appesi tramite precarie scalette di corda ai balconi delle case.
In ogni caso: nel 2009 ci avevano causato l’infarto del miocardio quando li avevamo scorti nel buio della notte appesi al balcone della vicina. Nel 2010 si erano limitati a turbare di tanto in tanto – soprattutto quando eravamo meno sobri – i nostri rientri a casa. Nel 2012 scambiavamo i veri ladri per Babbi Natali rampicanti e non davamo l’allarme. Nel 2014, diciamolo, hanno ampiamente scassato le palle.