Girando per Facebook ti puoi imbattere in cose davvero particolari. Per esempio, sapevate dell’esistenza di uno Juventus Club Silicon Valley? Già, se vivete in California e tifate per i bianconeri avete la possibilità di iscrivervi a un gruppo privato sul social network e mettervi d’accordo per guardare insieme le partite – di solito i posticipi, visto che ci sono nove ore di fuso orario.
Al di là di qualsiasi fede calcistica, eravamo molto curiosi di scoprire chi sono gli juventini della Silicon Valley. Abbiamo aperto skype e chiesto qualche informazione ai due motori principali del club: Fabrizio Capobianco, imprenditore seriale e CEO di Tok.tv, e Federico Casali ingegnere informatico di Leanplum.
“Lavoro con la Juventus da un po’ di tempo” ci dice Fabrizio. “Mi sono reso conto che non c’erano club ufficiali sulla costa ovest degli Stati Uniti. Solo uno a New York.” Per il CEO di una piattaforma per integrare i social network con le dirette delle partite in TV è stato impossibile restare in silenzio.
“Sono sedici anni che vivo in Silicon Valley, e non ho mai abbandonato la Juve. Per anni mi sono visto le partite a casa da solo con il cane. Mi manca il contatto fisico, il poter vedere le partite con persone vicino. Mi manca la chiacchiera del lunedì mattina.”
Fabrizio non ha perso altro tempo e ha inoltrato la richiesta per riunire gli juventini della Silicon Valley in un club ufficiale. “Dovevamo avere trenta soci entro il 31 ottobre. Sono riuscito a mandare trenta nomi all’ultimo secondo. Federico si è fatto il mazzo. Il primo passo è stato contattare la comunità italiana. Conosciamo un sacco di gente da un sacco di tempo.”
Dopo aver registrato il club c’era solo bisogno di trovare un posto dove riunirsi tutti insieme per vedere le partite. “Abbiamo provato alla pizzeria Terun di Palo Alto, perché due del nostro club lavorano lì. Ci siamo andati una volta, ma sull’1-1 del Chievo un tipo è uscito dalla cucina gridando goooool.”
Meglio andare in un altro posto, come l’enoteca Donato di Redwood City – dove abita Fabrizio. Però… “Donato è un grande tifoso dell’Atalanta. Quando gli ho chiesto se ci faceva spostare la sede da lui mi ha detto che se l’avesse fatto non sarebbe più potuto tornare a Bergamo.”
Anche Federico conosce benissimo il clima che regna da Donato: “Era come essere in mezzo alla curva sud dell’Atalanta.” La palla è passata di nuovo a Fabrizio, che in attesa di aprire una nuova sede di Tok.tv ha impiantato la sede ufficiale del club a casa sua. “Una nostra tifosa fa l’avvocato a San Francisco. Ci ha fatto aprire una no-profit: io sono il presidente, Federico il segretario. Il tesoriere è Luca Maestri, il CFO di Apple.” Esatto, la stessa persona che fa quadrare i conti di Tim Cook. Fabrizio ci ha tenuto a precisare che “di lavoro non si parla mai.”
C’è da dire che Fabrizio e Federico sono entrati in azione ben prima della registrazione del club. In occasione della parata del Columbus Day hanno scritto alla Juventus per chiedere di sponsorizzare la loro partecipazione. La cosa ha funzionato: sono arrivate la mascotte ufficiale J, bandiere, una jeep a noleggio, magliette, palloni e braccialetti. “Io ero a Londra per lavoro,” racconta Fabrizio “abbiamo preso uno dei soci e lo abbiamo messo dentro il costume di J. Abbiamo fatto la parata ed è andata bene.”
“La gente vedeva la zebra e impazziva,” ricorda Federico. “In molti la riconoscevano. Tanti altri impazzivano alla vista di mascotte e bandiere. Il messaggio era: ‘che bello c’è la più importante delle squadre italiane. Ovviamente c’era qualcuno di Inter e Milan che ci urlava contro ma non abbiamo fatto a botte.”
Come dice Fabrizio, “l’idea del nostro club è di trovarsi in un posto e vedere le partite insieme.” Il posticipo del sabato sera è una delle occasioni più gettonate, perché in California è ora di pranzo ed è molto più facile trovarsi tutti intorno alla TV. Di andare allo stadio ovviamente non se ne parla, ma gli juventini del club statunitense un po’ di strada la devono fare comunque. “La Silicon Valley sembra piccola, ma per andare da San Francisco a San Jose ci vuole un’ora.”
Fabrizio non vede l’ora di aprire la nuova sede del club. “L’ufficio sarà una bella stanza dove vedere le partite.” L’idea è di organizzare sempre più eventi a San Francisco per farsi conoscere e attirare nuovi tifosi. I piani di espansione sono in pieno stile Silicon Valley: “l’anno prossimo raddoppiamo.”