islanda paese ateo
Society
di Sandro Giorello 6 Maggio 2016

L’Islanda è il primo Paese del mondo a non credere più in Dio

O quantomeno lì nessuno crede che il mondo sia stato creato da una divinità

islanda paese ateo vistanature.com - La chiesa di Hallgrímur a Reykjavik

 

Islanda paese ateo? Con buone probabilità l’Islanda lo diventerà presto. Molto ingenuamente si potrebbe pensare che, visti gli effetti spettacolari dell’aurora boreale, gli abitanti di quelle zone confidino più nella forza della natura che non in quella divina, ma la realtà è che sempre più giovani si dichiarano atei e credono che la terra sia nata dal Big Bang.

Lo dice un sondaggio condotto dalla Maskína sotto richiesta dell’associazione Sidmennt, che dagli anni ’90 si batte per il rispetto dei diritti degli atei. Dalla ricerca emerge una netta distanza generazionale nei confronti della religione: mentre l’80,6 % delle persone di età superiore ai 55 anni è credente e solo l’11% si definisce atea, sotto i 25 anni il 40% afferma di non credere in Dio.

 

islanda paese ateo Amazon - La creazione di Adamo, Michelangelo Buonarroti, 1511 circa, affresco, 280×570 cm, Cappella Sistina, Musei Vaticani, Città del Vaticano

 

Il dato più interessante che racconta di un’Islanda paese ateo è questo: la totalità dei giovani intervistati è d’accordo nel sostenere che Dio non c’entra con la creazione della Terra, la maggior parte di loro (il 93%) crede che tutto sia nato dal Big Bang e solo una piccola parte (6.1%) non ha un’opinione a riguardo. Se si sale leggermente con l’età e si indaga sul campione di persone tra i 25 ed i 44 anni, solo il 10% si definisce creazionista, mentre 77,7% sposa la teoria del Big Bang.

Il sondaggio, infine, termina chiedendo un parere se sia giusta la separazione dei poteri tra Stato e Chiesa: il 72% è d’accordo, il 28% si oppone. In Islanda la religione ufficiale è il luteranesimo della Chiesa Nazionale d’Islanda, cui appartiene circa il 75% della popolazione. Appena il 3,61% della popolazione si dichiara cattolico. Probabile che in un futuro prossimo queste saranno categorie senza alcun senso nell’isola scandinava.

FONTE | icelandmag.visir.is

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