Ci sono soggetti che sembrano incanalare meglio di altri l’odio, anche e soprattutto online: uno di questi soggetti è un essere umano, si chiama Laura Boldrini ed è la Presidente della Camera dei Deputati.
Ma perché? Perché proprio lei riesce a catalizzare tutto questo odio, perché – purtroppo per lei – ci riesce meglio di tanti altri? È un po’ che me lo chiedo, forse è una domanda che dovremmo farci tutti. Vediamo.
Perché è una donna? Sì. Perché è una donna, in un Paese tutto sommato arretrato culturalmente e politicamente sul piano dei diritti civili e dell’uguaglianza di genere? Sì. Perché è una donna che occupa una posizione di potere riservata tradizionalmente agli uomini? Sì. Perché per un’area politica nebulosa, che va dal complottismo a 5 Stelle, all’emulazione fallita del fascismo delle destre italiane, è l’incarnazione del buonismo* più deteriore? Sì.
Perché più apertamente di altri si è schierata dalla parte dei migranti? Sì. Perché non fa nulla per rendersi simpatica? Ma perché dovrebbe, viene da rispondere: cosa deve fare, uno spettacolo comico o rappresentare un’istituzione? E in ogni caso, sì, anche per quello: almeno per una fetta di opinione pubblica minoritaria, ma molto rumorosa soprattutto online.
Una minoranza rumorosa aizzata dai titoli de Il Giornale [qui una query per farvi un’idea del certosino lavoro di titolazione] e di Libero [altra query per farvi un’idea] per esempio, da titoli di articoli che più che votati al clickbait, sono votati all’hate-bait, destinato a innescare l’odio di fan base Facebook composte da un pubblico che non chiede di meglio che lo sfogatoio, la character assassination, di menare a colpi di tastiera un elemento dello scenario politico italiano.
Ma che cosa odia davvero quel pubblico? Forse non lo sa nemmeno lui, ma non ha molta importanza: anche perché i quotidiani e le loro fan base sono solo un anello, una parte di un hating che affonda nelle fan page spazzatura di Facebook, e che nell’informazione tradizionale credo abbia solo marginalmente a che fare.
Andando ad analizzarle meglio le ragioni di questo odio chiunque si accorge che sono per prima cosa completamente irrazionali, completamente: eppure sono tangibili, le leggiamo, le vediamo tradotte sui social media – soprattutto Facebook – ogni giorno, e sono tangibili tanto più quando Matteo Salvini sale con una bambola gonfiabile su un palco e dice che è la sosia di Laura Boldrini. Ed è accaduto davvero, non è fantascienza, è successo.
La disgustosa bravata di Salvini però è solo la punta di un iceberg: quella che abbiamo visto in video è la rappresentazione ignorante, grottesca e sessista di un iceberg che galleggia nell’internet italiano da anni, fatto di contenuti diffamatori, meme, notizie bufala costruite intorno a false dichiarazioni che il personaggio Laura Boldrini per una fetta di internet avrebbe potuto rilasciare. Non l’ha mai fatto? Ma non importa, l’importante è odiare.
Ci sono pagine e pagine di bufale costruite intorno a lei: su bufale.net ne conto raggruppate un’infinità, idem su Butac, ovvero Bufale un tanto al chilo, anche lì, il paradiso del falso – ma del plausibile – per un certo tipo di pubblico. Ed è così da anni, anni, ormai: chi si ricorda più l’altra leggendaria bufala apertamente sessista, della Boldrini nuda in vacanza? Era l’aprile del 2013: se possibile le cose sono ancora peggiorate da allora.
*Ah: quelli che ce l’hanno col buonismo sono i nuovi fascisti, e io sono tanto d’accordo.
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