Turismo, commercio, agricoltura, tutto bloccato. Le ricadute economiche di questa situazione saranno davvero pesanti e, se per ognuno di noi le priorità al momento sono altre, rimaniamo consapevoli del fatto che il made in Italy e il nostro sistema economico rischiano di perdere molto, complici l’isolamento dei pilastri Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna: tre regioni capaci di incidere, da sole, su circa il 40% del Pil. (il Sole24ore)
In generale, si teme che la psicosi da coronavirus possa innescare speculazioni contro i prodotti italiani, favorendo plagi stranieri a scapito delle esportazioni, ma questo lo potremo valutare solo alla fine di questa pandemia. Un dato certo, però, è che per il mondo del vino “sarà il periodo più difficile dallo scandalo del metanolo del 1985”, secondo Pierpaolo Penco, corrispondente italiano di Wine Intelligence: “una volta risolta l’emergenza, il consumatore italiano riprenderà la sua storia d’amore con gli aperitivi e le varie occasioni di socializzazione ma fino ad allora prevedo alcune difficoltà per le aziende vinicole, soprattutto quelle di piccole dimensioni, che hanno concentrato una parte importante delle loro vendite dirette in cantina e si sono affidate sempre di più ai turisti internazionali”. (Wine News)
Secondo Ottavio Cagiano de Azevedo, direttore di Federvini, intervistato dal Sole 24 Ore qualche giorno fa, ci si aspetta un calo dell’export del 20% e i dati di aprile, relativi ai primi due mesi del 2020, saranno positivi, ma poi arriverà la riduzione.
Guarda caso, proprio in un contesto del genere, si diffonde una curiosa rassicurazione legata al consumo moderato di vino: “un bicchiere di vino può aiutare a combattere il coronavirus!”. Un’affermazione subito smentita dagli esperti, che un po’ fa tenerezza considerando il clima di crisi che si respira anche nel settore vinicolo, come ad implorare di non smettere di comprare vino, anzi, di consumarne abitualmente in questi giorni casalinghi perché un po’ di alcol che passa in gola, si sa, disinfetta. Anche l’aceto, volendo. Per i meno audaci, invece, basta andare sul classico: H2O e si sciacquano via tutti i possibili rischi di contrarre il virus: una super fake news che persino il New York Times ha pensato bene di smentire.
Tornando alle cose serie, se non si può andare a fare l’aperitivo, si beve da casa, a maggior ragione se si ha la possibilità di farsi portare a domicilio in 30 minuti bevande alcoliche (e non) alla temperatura ideale ma anche con ghiaccio e snack.
Tra le app per bere, Winedelivery, che ti porta a casa vino, birra, alcolici, cocktail, acqua e ghiaccio, direttamente dal produttore e quindi persino risparmiando sul prezzo del prodotto. In queste due ultime settimane l’app ha registrato un +25% generale nelle vendite con un 50% nelle città del nord Italia. Un trend che potrebbe accelerare e che di certo non troverà il nostro dissenso, data la situazione e la necessità di trovare un modo alternativo per passare il weekend. Moderatezza, mi raccomando! Specie se siete da soli e vorreste null’altro che affogare la vostra solitudine nell’alcol. Bene tenere l’umore alto e bene far girare l’economia di un settore in crisi, ma non esagerate!