L’emergenza coronavirus ha sconvolto il mondo e l’ha messo in stand by. Si comincia a parlare di pandemia, di rischio recessione globale e le vittime in Italia salgono a 12. Sono 374 i contagiati accertati. (fonte: Ansa)
Sullo sfondo di questo scenario assurdo c’è comunque il Carnevale, che, poverino, a quanto pare è finito ieri e che quest’anno, per forza di cose, non ha avuto una vita felice. Basti pensare alla scorsa domenica, quando, in Piazza S.Marco, ad acclamare il Volo dell’Aquila dello sciatore Kristian Ghedina c’erano circa 20.000 persone…poche, pochissime rispetto agli anni passati (30.000 meno dell’anno scorso).
Se il Carnevale continua ancora per quattro giorni secondo il rito ambrosiano (in cui il Carnevale termina “sabato grasso”), per le Chiese cattoliche di rito romano e in molte Chiese protestanti e per la maggior parte di noi, il Carnevale finisce ieri, con il “martedì grasso”, giorno che da’ spazio al Mercoledì delle ceneri.
Per i meno informati: il mercoledì si chiama “delle ceneri” perché si riferisce al rito liturgico che accompagna questo primo giorno di quaresima. Durante la messa, infatti, il celebrante sparge sulla fronte dei fedeli presenti un pizzico di cenere ricavata bruciando i rami di ulivo benedetti durante la Domenica delle Palme dell’anno precedente.
Per i meno informati parte 2: il Mercoledì delle ceneri apre la quaresima, ossia quel periodo di quaranta giorni che precede la celebrazione della Pasqua, che si conclude con il “giovedì santo”. Un periodo tradizionalmente segnato dal digiuno, dalla penitenza e dalla preghiera e che prepara alla celebrazione della Pasqua, culmine delle festività cristiane.
Tutto meno che una lezione di catechismo, sia chiaro: il Carnevale ha origini antichissime e fa parte della cultura di tutti i Paesi di tradizione cristiana e rappresenta quel periodo di festeggiamenti, cazzeggio, parate pubbliche, mascheramenti, scherzi, coriandoli e dolci che sono parte integrante di ogni anno che viviamo su questo pianeta. E, quest’anno, è già finito.
Per saperne di più: Dolci di Carnevale: non solo chiacchiere e castagnole