Society
di Jon Bocconcino 28 Gennaio 2013

I 5 peggiori abusi di corpi femminili (da parte di Photoshop) nelle pubblicità.

Il vostro amico Bocconcino giurerebbe di fronte a qualsiasi popolo americano che quando ci sarà l’estinzione umana, lui sarà pronto a dire  a tutti che la donna è ad un livello superiore. E che quindi non può estinguersi.

Perché? Ma le vedete le donne come sono? Belle, decise, fedeli, acqua&sapone, semplici, carezzevoli, selvagge, luminose, vellutate, armoniose, crudeli, sagaci, appassionate, sensuali, ribelli, spietate, coccolose, innocenti, uniche, intelligenti, sensibili, allegre, intriganti, ardendi, angeliche, diaboliche, misteriose, affascinanti, provocanti, desiderabili, esplosive, imponenti, gioielline, ingorde, burrose, antilopi, tigri, api, cozze, scoiattoli, gamberi, delfini, gattini.

Oltre che puttane, chiaramente.
(non tutte, cioè non per tutti, nel senso: alcune)
(anche se molti consigliano, per non sbagliare, di considerarle tutte delle irrimediabili puttanazze)
(che c’entra c’è pure chi crede che Mussolini ha fatto tutto bene tranne quella cosa lì delle leggi..com’è che si chiamano?)

Fatta questa premessa, ho selezionato per voi 5 disastri (tecnici, di concept, di tutto) causati da un uso infame di photoshop sui corpi femminili in alcune pubblicità.

ps: pezzo consigliato per la lettura di questo post: “My kind of woman” di Mac DeMarco.

E’ del 2010 questa pubblicità per  Beymen Blender, un fashion concept store da Colette a Paris.
(Ad agency: Rafineri)

Orribile pubblicità progresso contro gli stupri minorili in Milwaukee.
(Ad agency: Serve)

Praticamente gli effetti pseudo-positivi di questa birra. Boh.
(Ad agency: JWT Singapore)

Tutto ok, se non che i piedi delle ultime gambe non si vedono.
(Ad agency: TBWA Istanbul)

 

La carne magra con quel tantino di croccante. Ehm.
(Ad agency: Marketforce)

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