Certo, sarebbe stato molto più facile stilare una classifica delle maglie più iconiche, degli allenatori più eleganti, dei gol più spettacolari (avrebbe vinto Patrik Shick) così come delle migliori reti annullate (vedasi Mbappè contro la Germania), esaltare il gioco spumeggiante della nostra nazionale, insomma, selezionare le “cose” (nel senso più generale che questo termine può assumere) più belle dell’Europeo.
Del resto, questi Europei sono nati come una manifestazione sui generis. Per la prima volta nella sua storia, il torneo continentale si svolgerà in maniera itinerante e non con una nazione come base di riferimento, aggiungiamoci che questa edizione è già stata rimandata di un anno (pur giocandosi nel 2021 continua a chimarsi Euro 2020) e, per la prima volta dall’inizio della pandemia, il pubblico, pur in formato ridotto, è tornato a riempire gli impianti facendo sentire tutto il proprio calore. Le nazionali di solito estrapolano la parte più passionale di ogni tifoseria, dopo un periodo duro come il biennio passato, l’entusiasmo che sta coinvolgendo supporters, addetti ai lavori e calciatori sembra essere l’unica spiegazione plausibile ai tanti episodi sopra le righe che hanno segnato la competizione nella fase a gironi non ancora conclusa.
Gli Europei non sono solamente una manifestazione sportiva ma un vero e proprio momento simbolico, ed ecco perché, nel bene e nel male, abbiamo voluto evitare situazioni strettamente legate al campo di gioco per selezionare i 5 momenti più divertenti, particolari ed emblematici che hanno caratterizzato fino ad ora Euro 2021.
5- Cristiano Ronaldo fa crollare in borsa la Coca-Cola
Nella conferenza stampa prima della partita contro l’Ungheria (nella quale ha segnato due gol raggiungendo quota 11 reti in 5 edizioni diventando il miglior marcatore della storia dell’Europeo), l’asso portoghese ha spostato la bottiglia di Coca-cola, sponsor dell’evento, insinuando si dovesse bere solo acqua. Tutti conoscono la filosofia ultra-salutista di Ronaldo, eppure l’ammissione dell’attaccante lusitano è suonata quantomeno controversa (Ronaldo, ad esempio, ha prestato il proprio volto per le pubblicità di KFC). Ma non siamo qui per fare polemica bensì cronaca: il titolo in borsa della nota bevanda di Atlanta è crollato dell’1,6 %. Forse il numero 7 juventino non sarà più il calciatore più forte al mondo, ma ancora una volta si dimostra il più grande influencer mai esistito. Il giorno dopo Pogba lo imiterà nascondendo una bottiglia di birra per motivi religiosi (ai mussulmani non è consentito bere alcol), ma l’Heineken non ha subito nessuna conseguenza economica.
4- Le magnifiche telecronache della Rai
Su Instagram, Twitter e Facebook, nei gruppi di meme sportivi, davanti a una birra al bar. Subito dopo il modulo e i giocatori da schierare, il trend topic che ha seguito ogni partita della nazionale era (e continua ad essere) l’inadeguatezza manifesta delle telecronache Rai che, con molte più squadre e partite a disposizione, sta toccando apici di pura poesia. Bernardeschi descritto come Neymar, ruoli e team dei calciatori sbagliati, opinioni controverse del calibro di “la Germania avrebbe bisogno di un Belotti”, ma è con i nomi degli atleti che i telecronisti RAI raggiungono il proprio apice: da Mikel Oyarbal, calciatore spagnolo, pronunciato per tutta la partita “Azerbaijan” (sì, proprio come la nazione), a Hummels, roccioso difensore teutonico, diventato un senzatetto a seguito di un autogol contro la Francia. Siamo un popolo di allenatori, e anche di commentatori.
3- U2 vs Pinguini Tattici Nucleari
Ah, che bello, dopo le puntuali accuse di plagio che accompagnano ogni edizione di Sanremo, questa volta è una canzone di Sanremo a fungere da ispirazione per un altro brano, in particolare per Martinx Garrix autore dell’inno ufficiale degli Europei 2021 insieme a Bono e The Edge degli U2. Lo stacchetto, riproposto all’infinito, negli stadi, prima delle partite, nella pubblicità in televisione e nelle piazze con i maxischermi, non poteva passare inosservato, in particolare per i fan della formazione bergamasca che hanno fin da subito notato le palesi somiglianze tra il ritornello suonato di We are the People e il successo sanremese dei PTN, Ringo Starr. In un mondo di John e di Paul io sono Bono Vox.
2- L’attivista di Green Peace
Le grandi partite, ancora più dei grandi eventi internazionali, sono da sempre il campo d’azione preferito dagli attivisti che cercano di sfruttarne la visibilità mediatica. Per quanto d’accordo col messaggio di Green Peace (che ha preso le distanze dall’accaduto),non sempre il fine può giustificare i mezzi. Un fervente sostenitore dell’associazione ambientalista è planato sullo stadio di Monaco con un paracadute che riportava la scritta “Kick Out Oil” probabilmente indirizzata alla Volkswagen, ennesimo sponsor dell’europeo. L’attivista ha avuto la brillante idea di trasformarsi in un deltaplano umano indossando una specie di zaino a elica sulle spalle che (ovviamente) ha perso il controllo con il risultato di renderlo un eco-kamikaze che si è schiantato nei pressi della sala stampa e della panchina della Francia, ferendo due persone e costringendo l’allenatore dei Galletti a un’acrobatica schivata. Come affermerà lo stesso Deschamps nella conferenza post match, ora che abbiamo constato che non ci sono state conseguenze gravi “questo episodio verrà catalogato come mera letteratura”. Il bernoccolo sulla sua testa, però, era ben evidente.
1- I cori a Eriksen di Danimarca – Finlandia
I minuti che hanno seguito lo svenimento del trequartista danese sono stati tra i momenti più spaventosi dell’intera storia dello sport, le immagini oscurate dalle televisioni e dai compagni di squadra non hanno diminuito l’apprensione che stavano provando milioni di tifosi allo stadio e da casa. Il malessere di Eriksen è stato così inaspettato da shockare tutti, ma, a differenza che in molti altri casi, non si è trasformato in una tragedia, e speriamo possa servire da lezione in futuro per salvare tante altre vite. Il calcio, e più in generale lo sport, spesso è uno sfogo pacifico con cui le nazioni esprimono la propria rivalità verso i Paesi vicini, un campanilismo deleterio figlio di tradizioni secolari, rivalità storiche, distinzione politiche e religiose che si manifestano tra le tribune degli stadi come sul campo. Insomma, saremmo falsi ad ammettere che nel 2006 non abbiamo goduto doppiamente avendo battuto Germania e Francia. Quello tra Danimarca e Finlandia è uno dei più sentiti derby scandinavi, in un girone in cui, tra l’altro, entrambe le compagini giocavano ad armi pari per passare il girone. A partita sospesa, i tifosi di entrambe le nazioni non hanno abbandonato lo stadio ed hanno iniziato ad intonare insieme nome e cognome del fantasista danese, mettendo da parte ogni reticenza geografica o sportiva per regalarci, nella tragedia, quella che è sicuramente stata l’immagine più forte di tutta la competizione. Sarà anche, retorico ma quella di Christian è la vittoria più bella della storia degli Europei.