Quel bastardo del mercato libero globale ne ha cucinata un’altra per noi provincialotti del sud europa (noi italiani s’intende) abituati per secoli ad un modello di economia sintetizzabile pressappoco così: oggi il pane, domani la mortadella.
L’Italia si sta apprestando ad un piano di dismissioni che va dalle aree demaniali ai gioielli di famiglia come Eni, Alitalia, Finmeccanica – scrive Aldo Giannulli, autore del libro “L’abuso pubblico della storia”, sul suo blog. E a questo proposito aggiunge: “I cinesi, oggi, sono indubbiamente i concorrenti più “liquidi” ed è prevedibile che la loro presenza sul mercato faccia salire il valore delle offerte. Dovremmo esserne contenti, vero? Ma questo potrebbe anche dispiacere a chi vuol partecipare all’asta, ma risparmiando”.
Insomma la Cina ci aveva abituato giá da un po’ all’happy ending, no?