Prima i fatti: un giovane neonazi con la fascia rossa raffigurante la svastica, gira per Seattle. Sembra molesti un afroamericano, qualcuno presume sia armato. Molti lo notano e la cosa fa il giro dei social. Grazie a Twitter viene rintracciato e una volta sceso, la lite coi suoi detrattori degenera. Lui va un po’ sulla difensiva, ma viene steso con un unico pugno da un ragazzo. Su Twitter, molti account gioiscono.
Non è la prima volta che accade una cosa del genere e come tutti gli avvenimenti che si prestano a un’interpretazione politica, la storia cambia a seconda di chi la scrive. Il Giornale, ad esempio, la riporta in modo sensibilmente diverso: il neonazi sarebbe stato seduto tranquillamente sull’autobus, quando è stato raggiunto da una spedizione punitiva partita da Twitter, che l’ha individuato e steso come misura necessaria per rendere, citiamo, “Seattle antifascista”. Calca la mano sul fatto che la sinistra tanto buona, si comporta proprio come la destra che odia.
Se una persona antifascista gioisce nel vedere un neonazista atterrato con un pugno, diventa anche lui un fascista? Questo sembra emergere dai molti commenti online di simpatizzanti di destra ma anche di progressisti che ci tengono a non far mai passare un atto sopra le righe.
Però amici, se un neonazista vestito da nazista, entra su un autobus e tira una banana a un nero o proclama la superiorità della sua razza, è nell’ordine delle cose che si prenda il rischio di prenderle, seguendo la logica apolitica del cowboy ne Il Grande Lebowski che dice: A volte sei tu che mangi l’orso e altre volte è l’orso che mangia te.
Il secondo fondamento di quell’arte marziale nobile che è il karate, recita: Karate ni sente nashi (traduzione libera: non attaccare mai per primo). Se però qualcuno ti attacca, lo stendi. Quale differenza passa tra una colluttazione fisica e un’offesa morale palese, alla propria storia, ai propri diritti, alla propria vita?
Non che dobbiamo per forza fare i caroselli o mettere tra i favoriti il Tumblr che mostra solo immagini di nazisti presi a pugni, ma trattare un mezzo sorriso alla stessa stregua di un tale che esalta i criminali di guerra, non è corretto.
D’altro canto, la violenza spesso fa il gioco di chi la subisce, anche se a prenderle è Satana in persona, quindi non andrebbe mai usata come tesi. I nazisti non vanno picchiati, vanno annientati politicamente e moralmente, nelle sedi adatte. Va sostenuta la cultura, come unico antidoto all’ignoranza di chi in testa ha radicato i concetti di razza, supremazia, violenza e sterminio.
La spedizione punitiva è una pratica che non dovrebbe mai essere utilizzata, un’assurdità criminale che viene messa in atto dalle gang o dagli esaltati, non dalle persone ragionevoli. Dal video però non sembra uno scontro impari, non c’è un due contro uno o un’azione di violenza di gruppo, essenzialmente si tratta di uno che prende un pugno da un altro.
Sarebbe stato meglio chiamare la polizia invece di avvertire i residenti via Twitter? Certo. Sarebbe stato meglio parlare con il nazi e ricondurlo a ragione mediante un confronto verbale? Sì. Sarebbe stato meglio che il ragazzo non fosse andato in giro vestito come Himmler? Regolare. Quindi le cose stanno così: se il nazista avesse commesso reato, dovrà pagare ai sensi della legge, se quello che l’ha atterrato avesse commesso reato, dovrà anche lui pagare ai sensi della legge. Se a noi ci fosse scappato un mezzo sorriso d’approvazione, che segna il nostro unico atto politicamente scorretto della settimana, beh, pazienza. Per una volta non ci chiameranno buonisti.