Ieri era il 27 gennaio e come ogni anno viene celebrata la commemorazione delle vittime dell’Olocausto, come designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1° novembre 2005. Il giorno coincide con la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa (tranne nel film “La vita è bella” in cui un lager senza nome viene liberato dagli americani, più inclini a consegnare gli Oscar dei russi). Il complesso di Auschwitz svolse un ruolo fondamentale nel progetto nazista di “soluzione finale del problema ebraico”. Vi furono internati membri della resistenza polacca ed intellettuali, sulle prime. Poi prigionieri di guerra sovietici, criminali comuni tedeschi, politici, prostitute, omosessuali ed ebrei. Sopra il cancello, la cinica scritta “Arbeit Macht Frei” (il lavoro rende liberi) voluta ed ideata dall’SS-Sturmbannführer Rudolph Höss ed eseguita dal fabbro, dissidente polacco Jan Liwackz, che in segno di protesta saldò la b al contrario.
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Questo, giusto per avere un minimo di nozioni storiche, per non parlare a vanvera quando si tratta di celebrare una ricorrenza di tale drammatica portata, tenendo ben presente che tra gli alleati della Germania nazista, spiccava l’Italia fascista.
Quando ero più piccolo, al mio paese passò per Gianfranco Fini, ai tempi giovane delfino di Almirante dell’M.S.I. Essendo il mio un paese piccolo eventi di quella portata erano imperdibili, quindi andammo a vedere che succedeva ad un comizio politico. Ricordo vividamente il saluto romano, la canzone, inno del ventennio “Giovinezza” dagli altoparlanti ed il rivolgersi al pubblico con l’appellativo di camerati. Ma, ripeto, ero piccolo, queste cose non le capivo abbastanza. Poi Gianfranco ha fatto retrofront, ha cambiato idea su Mussolini e ha scandalizzato l’estrema destra con le sue visite a Gerusalemme e le sue dichiarazioni: [foto fonte]
Torna strano però che determinati soggetti politici pubblichino tweet commemorativi nella Giornata della Memoria. Perché un bel po’ di loro, fino a poco tempo fa, erano orgogliosamente fascisti. Altri invece, raccolgono il consenso dell’estrema destra inneggiante a Mussolini.
A ricordarlo, fortunatamente, interviene l’internet con un po’ di interessante materiale di repertorio:
Questo è il saluto romano alla convention dei giovani del Nuovo Centro Destra di Alfano:
Gianni Alemanno:
Alessandra Mussolini:
Giuseppe Ciarrapico:
Ignazio La Russa:
Renata Polverini:
I commenti dei fan di Matteo Salvini alla sua pagina: FONTE | facebook.com
Tra le tante celebrazioni, quella di Paolo Bernini, giovane politico animalista del Movimento 5 Stelle che posta questa immagine, paragonando di fatto il genocidio alla macellazione degli animali:
Quando pensi di averle viste tutte, spicca la perla di idiozia del giorno: Francesco Sole, opinionista fortunatamente non politico, posta questo status, che incarna perfettamente l’anestesia cerebrale dell’italiano medio:
Alcune persone farebbero davvero bene a non parlare, durante la Giornata della Memoria.