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I giocattoli più inquietanti del mondo: una galleria degli orrori
Questi giocattoli sono brutti, fatti male, sessualmente espliciti, involontariamente comici e dovrebbero assolutamente essere vietati ai minori di 18 anni. Invece sono stati creati proprio per i bambini
Spesso, i giocattoli particolarmente economici sono fatti davvero male. Produzioni di paesi in cui la mano d’opera non costa niente, sono fatti con la mano sinistra, con una propensione per l’assurdo o per il politicamente scorretto, chissà poi perché. Forse la ragione sta nel fatto che anche gli operai sottopagati addetti alla produzione dei giocattoli si devono pur divertire, vai a sapere, in ogni caso quella che vedete qui sotto è una vera e propria galleria degli orrori.
In questo magma incandescente di tenebra trovano spazio animali con parti del corpo errate, giocattoli che sembrano sex toys, un sacco di peni, bambolotti killer, posizioni da pornostar, tutto materiale che dovrebbe essere vietato ai minori di 18 anni, e invece…
Quattro zampe?
Troppe sigarette truccate
Un bambolotto che ha le sembianze del figlio della proprietaria. Horror
Prego?
Non c’era bisogno di tutti i particolari
Giocattolo o sex toy?
La regina di cuori giustamente è il tre di fiori
Bibite per bambine. Siete seri?
Ancora: giocattolo o sex toy?
Dentro il cactus, un altro cactus
Le espressioni vere!
Non c’era altro posto?
Che significa?
Il pittore non aveva voglia di fare anche quelle piccole
Hmm, ok.
Dovrebbe essere una luce per chi ha paura del buio
Lo fate apposta o cosa?
Quanti dettagli indesiderati
Cavateci gli occhi
Campo di concentramento??
Angoscia
Si gonfia proprio lì
A qualcuno è sembrato il punto giusto per l’incastro
Scusate, che stanno facendo Batman e Robin?
Un elicottero che si chiama aeroplano, benissimo
Dovrebbe essere un omaggio o una tortura?
Altro gonfiabile equivoco
L’arte del riciclo cinese
Una volta questi dettagli non erano necessari
Austria, patria di canguri e deserto
Uno psicologo, subito.
Forse se chiudiamo abbastanza gli occhi, ci dimentichiamo di ciò che abbiamo visto