La Corea del Nord è una nazione che spesso suscita ilarità per i suoi leader pittoreschi e per la devozione totale e assoluta che la popolazione deve avere per gli imbarazzanti capi di stato. Sarebbe bello poter scherzare in allegria sulle stranezze di quel paese, purtroppo però tocca anche fare i conti con un regime duro e fortemente restrittivo, che vuole essere il più possibile impermeabile, in entrambi i sensi. Nessuna influenza esterna, un controllo totale di ciò che esce dai confini.
Ecco perché una serie di fotografie scattate in Corea del Nord e pubblicate da un fotografo occidentale sono una notizia di non poco conto. Il fotografo si chiama Eric Lafforgue, è francese ed è stato diverse volte in Corea del Nord. Difficilmente, però, potrà tornarci. Il motivo? Le foto che vi mostriamo oggi, che raccontano fatti e situazioni che il regime vuole tenere nascosti. Non immaginatevi situazioni estreme: per il regime anche l’immagine di un soldato che riposa è negativa.
I soldati nordcoreani non devono mai essere fotografati mentre si riposano.
Anzi, in generale non andrebbero mai fotografati.
E di sicuro bisogna evitare di mostrarli quando svolgono compiti non da militari.
Fuori dai centri abitati la povertà è molto diffusa, ma nella versione progandistica non esiste in nessun luogo della Corea del Nord.
La metropolitana della Corea del Nord è costruita molto in profondità ed è severamente proibito scattare qualsiasi tipo di immagine.
Il mercato nero è fortemente contrastato, il cosiddetto mercato grigio (quello dei piccoli venditori) è invece più tollerato:
Il Kimjongilia Festival si tiene ogni anno per festeggiare il compleanno del defunto Kim Jong-Il: in questa giornata i coreani sono obbligati a visitare i musei nazionali.
La capitale Pyongyang è il volto pubblico del paese: gli esterni dei palazzi sono perfetti, ma se si riesce a superare l’ingresso le cose cambiano.
Hanno chiesto al fotografo di evitare di usare il flash di notte perché avrebbe spaventato le persone.
Un bagno di una casa di campagna.
I trasporti tra le varie città sono pressoché inesistenti e servono permessi per spostarsi da una città all’altra. Sulle autostrade non è raro incontrare militari che fanno l’autostop.
Non si possono mostrare immagini di povertà, ma nemmeno di ricchezza: questa Mercedes appartiene a un membro dell’elite del paese.
Nei due supermercati di Pyongyang si trova di tutto, ma solo i membri dell’elite possono permettersi di fare acquisti qui.
Il delfinario di Pyongyang è uno dei vanti del regime, ma spesso il 99% del pubblico è composto da militari che fanno da figuranti.
Il regime incoraggia i fotografi a realizzare scatti che comprendano anche computer. A volte, però, manca l’elettricità.
La fila per il bus.
Una galleria d’arte al buio per un blackout elettrico.
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