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Come accade ogni quattro anni, anche per le Olimpiadi di Rio siamo diventati grandissimi esperti di sport che di solito non calcoliamo di striscio. Forse per via delle numerose categorie, una delle discipline a cui ci appassioniamo di più è quella dei tuffi: c’è chi si lascia affascinare dai volteggi in aria e chi dal fisico dei tuffatori, ma questo è un altro discorso.
Quel che è certo è che nessun essere umano normodotato è in grado di compiere quei salti e quegli atterraggi perfetti, con quattro gocce d’acqua sollevate al momento dell’impatto con la superficie della piscina. Tutti noi, in compenso, avremmo davvero delle grandi possibilità di vittoria se decidessimo di partecipare alla gara di tuffi più estrema di questo mondo. Tranquilli: non si parla di lanciarsi da altezze proibitive o in contesti spettacolari e pericolosi, ma del campionato di spanciate. Esatto: un torneo in cui l’obiettivo è entrare in acqua nel modo meno atletico possibile, cercando di restare il più possibile paralleli con il corpo rispetto alla piscina.
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Insomma, quei tuffi che tutti facciamo dai tempi del corso di nuoto, guardando con una certa invidia chi invece riesce a infilarsi sotto il pelo dell’acqua senza sollevare schizzi. Quei tuffi che fanno un sonoro SBEM.
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Finalmente si potrà essere orgogliosi delle proprie spanciate, ma sappiate che se vi interessa partecipare alla gara, dovrete andare in Norvegia: è lì che si tengono i campionati di Dødsing, ovvero i tuffi della morte. Obiettivo? Sollevare tutti gli schizzi del mondo. I campionati si sono tenuti sabato 13 agosto a Oslo e hanno partecipato trenta valorosi.
Per noi, sono degli eroi.
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