Flavio Insinna, il più credibile leader per il PD di domani

Il PD compie 10 anni il 14 ottobre e in questo lungo tempo gli elettori della base hanno lamentato una mancanza sempre più marcata con l’andare del tempo, di contenuti di sinistra. I dissidi interni dell’ultimo congresso, la scissione, il pasticciaccio coi voucher e il salvataggio di Verdini sono atti che alla base non vanno giù, ammesso e non concesso che una base PD esista ancora.

Sicuramente il partito di centrosinistra più grande d’Italia, da un po’ di tempo si rivolge a un elettorato medioborghese, molto simile a quello al quale si rivolgeva Forza Italia quando era il primo partito italiano, e gli oppressi, i delusi, i meno abbienti spesso scelgono il Movimento 5 Stelle che, al netto dei propri errori e dei propri vizi di forma,  è il partito più popolare in questo momento nel nostro paese proprio perché riesce a parlare alla pancia della gente.

 

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In questo panorama non certo idilliaco per l’aerea di sinistra in Italia, irrompe con la consueta gentilezza ma con un’insolita  verve sociale l’attore e presentatore tv Flavio Insinna, invitato da Bianca Berlinguer a #cartabianca su RaiTre.

Il suo intervento, di cui vedete un montaggio qui sopra, è talmente chiaro e pulito, e talmente di sinistra che ha fatto impallidire anche gli altri ospiti, tra cui una Debora Serracchiani il cui volto potrebbe essere eletto come simbolo di una delle più grandi speranze disattese del PD.

Insinna parla di migranti, di poveri e dice di stare dalla parte degli oppressi, sempre. Ecco alcuni dei suoi aforismi declamati in puntata che già sono diventati virali:

Abbiamo esportato la malavita: “Noi abbiamo esportato la malavita organizzata in tutto il mondo, adesso arrivano delle mamme coi bambini in braccio e noi diciamo ‘No, rimandiamoli via’”.

Io sto con gli oppressi: “Se voi dividete il mondo in italiani e stranieri, io lo divido in oppressi e oppressori. Io starò con gli oppressi tutta la vita. E un siriano ti dirà ‘io voglio tornare a casa mia’, ma non ci può tornare”.

 L’Italia non aspetta gli ultimi: “A me non spaventa l’Europa a due velocità, mi spaventa l’Italia, perché sono italiano con grandissimo senso di appartenenza, a me spaventa la doppia velocità della nostra morale. Se è per noi, vogliamo tutto subito. Se la colpa è nostra: mah… forse non c’ero… adesso guardo… Quando è l’altro, l’altra velocità è quella del chissenefrega. Quando è per noi, vogliamo tutto. Per gli altri no. Io non voglio vivere in questo Paese, voglio vivere in un Paese gentile che aspetta chi arriva tardi.”

La necessità di aiutarsi: “Mi piacerebbe che questo paese trovasse, o ritrovasse, la necessità di aiutarsi, così come sente il bisogno di respirare e di bere”. 

 

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Alla fine del suo intervento, ha guardato Bianca Berlinguer e le ha detto: “Io lo so che lei si imbarazza quando cito suo padre, ma suo padre diceva che ci si salva e si va avanti solo tutti insieme. Da soli sarà una disgrazia.”

Esatto: Insinna ha citato Enrico Berlinguer.

In studio, applausi da spellarsi le mani e intanto il suo video, opportunamente tagliato e sottotitolato è già diventato virale. Sappiamo bene la differenza che passa da un discorso in tv a un programma politico vero e proprio, però la cecità del partito di fronte ai temi che riguardano la pancia dell’elettorato ha provocato una fuga di massa.

Il suo successo fa apparire palese la necessita che il PD torni a parlare alla gente, che si rivolga davvero ai bisogni degli ultimi, lasciati troppo indietro dalla sinistra italiana.

 

Et voilà
Simone Stefanini

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Simone Stefanini
Tags: newsPolitica

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