Society
di Simone Stefanini 1 Dicembre 2014

Come riconoscere una notizia falsa su Facebook

Qualche consiglio per non condividere notizie false su Facebook.

Da quando Facebook è il posto più popoloso dopo il pianeta Terra, la condivisione di notizie false, di acchiappalike senza fondo di verità è all’ordine del giorno e sarebbe auspicabile non dover scrivere un tutorial su come distinguere le informazioni corrette da quelle fasulle. E invece.

Tutte le mattine mi aggiorno sul paese reale guardando cos’è successo durante la notte dal flow di Facebook. La prima cosa che salta ai miei occhi è una notizia che ha dell’incredibile: un presunto sequestro di 6 milioni di euro dentro il materasso dove dormivano due bambine rom, sfruttate dai genitori per chiedere l’elemosina.

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La prima cosa da fare, di fronte ad un’informazione qualunque su internet è controllare la fonte, come faresti esattamente nella vita reale se uno sconosciuto ti avvicinasse e ti desse una notizia. In questo caso, il sito è generazionesocialnetwork.altervista.org, dunque non solo non è una testata giornalistica ma non è nemmeno un sito con un dominio proprio  bensì una pagina web che un qualunque anonimo davanti ad un computer può creare in 5 minuti, senza alcuna registrazione, utilizzando lo spazio gratuito che fornisce Altervista.

Cercare in rete, in un secondo, mi fuga ogni ragionevole dubbio: digito “campo rom, 6 milioni di euro” su Google, esce fuori solo la pagina di cui sopra. Se la notizia fosse vera, sarebbe chiaramente diramata da tutte le testate giornalistiche, dal Corriere della sera al Giornale, da Repubblica a Libero.

L’articolo bufala, solitamente, mostra immagini a caso, rubate da qualche parte. Quella dei presunti soldi contati dalla Polizia  è presa da un articolo di Repubblica sul ritrovamento di fondi segreti cinesi:

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Quella del presunto campo rom incriminato invece è un’immagine di repertorio usata da Il Giornale già nel 2011:

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Per non parlare dell’articolo stesso. Citazioni: “Il tutto ha avuto inizio questa mattina a seguito di una denuncia per aggressione presentata da una donna anziana che sosteneva di essere stata aggredita durante la notte da un gruppo di persone con l’accento dell’Est, quasi certamente provenienti dal Campo ROM nelle vicinanze della sua casa.”

Tutto vago. In questo genere di articoli, i nomi non sono mai divulgati. Unica focalizzazione: accento dell’est.

“All’alba i Carabinieri hanno così data il via ad una serie di interrogatori e perquisizioni, non gradite però dalle famiglie ROM che sin da subito si sarebbero scagliate contro gli agenti con l’ausilio di spranghe e sassi.”

Carabinieri senza alcun comando provinciale, focus sulla guerriglia urbana iniziata dai rom.

“A seguito dell’arresto di alcuni giovani ed all’allontanamento dei minori, avrebbero avuto inizio le perquisizioni che hanno portato alla luce un fucile, una pistola e circa 6 milioni di euro in contanti; il tutto occultato all’interno di un materasso messo a terra ed utilizzato per dormire da due bambine di 7 ed 8 anni, quasi sicuramente ignare della fortuna posseduta all’interno del loro “letto” e le quali ogni giorno venivano sfruttate ed inviate dai loro genitori a chiedere l’elemosina nel parchegggio di un supermercato non molto distante.”

Spuntano armi e un racconto da libro Cuore.

“Il tutto ha inizialmente destato molti sospetti viste le condizioni igieniche e le presunte condizioni economiche della famiglia, la quale, sin dal loro arrivo in Italia ha sempre ottenuto un sostegno economico dal Comune, addirittura recandosi per circa due volte al mese alla sede Provinciale per il ritiro dei buoni pasto e la consegna delle bollette per richiedere il pagamento da parte del Comune.”

La famiglia anonima prendeva i buoni pasto e si faceva pagare le bollette del campo rom dal Comune (di Grosseto in questo caso)

Leggendola, vi rendete conto da soli di quanto la notizia sia approssimativa, priva di fondamento reale, creata solo per fomentare l’odio razziale e per fare click. Però, solo stamattina, aveva già 12mila condivisioni.

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A volte il link diventa così virale che uno sprovveduto redattore di un giornale vero, ci casca e ne parla nella sua testata. Vi ricordate quando l’Ansa cadde nella bufala della sesta stagione di Breaking Bad? In quel caso la notizia non ebbe certo la rilevanza di una news contro i rom, ma ci fa capire che talvolta non ci si può fidare neanche delle fonti più affidabili. In ogni caso, non condividere questi link falsi è un atto di civiltà.

P.S.

Stamattina è morta Luciana Littizzetto, come la settimana scorsa era morto Zucchero: solo sul web.

BUFALA.

 

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