Ogni giorno i social network hanno bisogno di un argomento di cui parlare. Può essere il Buondì Motta, l’annuncio di Carpisa o una strana classifica a caso di qualche giornale straniero. Oggi, ad esempio, è il turno degli anti-vaccinisti che hanno preso per vero un post di Lercio. Il post in questione mostra una foto del prof. Roberto Burioni, simbolo e capofila del fronte pro-vaccini, e un testo molto semplice: “La figlia di Roberto Burioni rifiutata dalla scuola: non è vaccinata”.
Nell’arco di poco, iniziano a spuntare diversi screenshot di gente che prende per vera la notizia e mette in fila tante variazioni dell’abusato “predicare bene, razzolare male”, come potete trovare in questo pezzo di Vice News. Situazione paradossale, che fa parecchio ridere e che sottolinea per l’ennesima volta quale sia il reale spessore di persone che pretendono di disquisire di medicina e scienza.
Sia chiaro: ogni occasione di ridicolizzare i no-vax è benvenuta e benedetta, ma in questo caso c’è un elemento che non torna e che non ci convince. Ovvero: il pezzo di Lercio e relativo post non c’entrano nulla con lo stile classico di Lercio, quello che ha reso la pagina e il sito uno dei posti più divertenti e intelligenti dell’internet italiano. Normalmente, basta leggere le poche parole del titolo della finta notizia per capire che si tratta di un nuovo lancio di Lercio, mentre in questo caso non è così. Intendiamoci, è evidente che la notizia della non-vaccinazione della figlia di Burioni è finta, il problema è che potrebbe essere stata creata e postata da uno dei tanti siti di fake news che non hanno nessuno scopo ironico. Quelli tipo Il Giomale, La Rebubblica o Il Fatto Quotidaino, quelli che – per intenderci – campano dei proventi da banner e pubblicità portati da chi condivide scoop clamorosi e finti scambiandoli per veri.
Quei siti, infatti, non adottano registri sarcastici o surreali, ma si limitano a dare una notizia che a un occhio ingenuo potrebbe essere plausibile. Uno degli esempi più noti è quello delle 500mila schede già segnate per il sì, che sarebbero state ritrovate nei giorni precedenti il referendum costituzionale dello scorso dicembre. Leggete quella notizia, leggete il titolo di Lercio: purtroppo, in questo caso, non ci sono differenze. Se la notizia della figlia non vaccinata fosse stata spinta da uno dei siti appena citati e fosse stata presa per vera, adesso probabilmente staremmo parlando di come arginare le bufale. Il fatto che sia su Lercio, invece, ci porta semplicemente a deridere quelli che ci hanno creduto.
Questa, però, è soprattutto una notizia falsa: che arrivi da Lercio o dal Fatto Quotidaino, una fake news è una fake news è una fake news.
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