Recentemente la Francia è stata scenario di grandi manifestazioni contro la legge El Khomri, promossa a metà maggio dal Ministro del Lavoro Myriam El Khomri. La riforma andrà a toccare molti punti importanti dei diritti dei lavoratori e ha dato vita al movimento Nuit Debout che per settimane ha occupato in segno di protesta la Place de la Bastille, a Parigi.
Mentre sono molti gli aspetti che tutt’ora spaventano i sindacati, il New Yorker è riuscito a trovare un piccolo aspetto positivo: nell’Articolo 25. Riportato con il titolo The Adaptation of Work Rights to the Digital Era, questo capitolo ha lo scopo di tutelare il lavoratore dalle richieste di superare l’orario concordato con il proprio capo e, in sostanza, di portarsi il lavoro a casa.
In un’epoca dove rimaniamo costantemente collegati tramite smartphone e tablet e dove la nostra casella di posta ci segue incessantemente, è giusto ricordare “il diritto alla disconnessione” del lavoratore. Diversi studi confermano che l’essere costantemente reperibili è una delle prime fonti di stress e la nuova legge francese vorrebbe porvi rimedio.
Citando l’Articolo 25: “Lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, se mal gestito o regolato, può avere un impatto sulla salute dei lavoratori. Tra i maggiori rischi associati all’uso della tecnologia digitale c’è l’eccessivo carico di lavoro o delle informazioni da gestire, con il conseguente offuscamento dei confini tra vita privata e vita professionale”.
In pratica il lavoratore sarà autorizzato a ignorare le chiamate o i messaggi ricevuti al di fuori dell’orario d’ufficio e potrà rifiutarsi di partecipare alle conference call serali e le aziende saranno invitati a limitare ogni tipo di comunicazione oltre un determinato orario. Misure simili sono già attive a qualche anno in Germania e, dati alla mano, non hanno influito minimamente sul livello di produttività dei lavoratori.
FONTE | mentalfloss.com